“Un lungo racconto delle cose ritrovate e perse”, il libro di Maria Teresa Muratore a Palazzo Gallo a Bagnaia

Sentirsi giovani ma avere sulle spalle già un numero di anni
che richiede di tirare delle somme e ritrovarsi in ospedale e iniziare a dover fare i conti
con il tempo che passa, e che non passa mai.
A ragionare con sé stesso, come forse non si era mai fatto.
Con gli affetti perduti o che si credevano dimenticati.

Questo è l’incipit del romanzo breve delle cose ritrovate e perse di cui è autrice Maria Teresa Muratore. Una narrazione che fa i conti col tempo che passa e con gli impegni da sbrigare in quel ristretto tempo che rimane a disposizione. E’ Ciro il personaggio che dà voce alla storia, colui che in ospedale utilizza il tempo che ha per ripensare alla sua vita.

Diceva Albert Einstein: “La ragione, a parer mio, è che normalmente un adulto non si ferma mai a riflettere sui problemi dello spazio e del tempo. Queste sono cose a cui si pensa da bambini. Io invece cominciai a riflettere sullo spazio e sul tempo solo dopo essere diventato adulto. Con la sola differenza che studiai il problema più a fondo di quanto possa fare un bambino”.

Ciro mette in fila e riordina i suoi ricordi di vita, gli appuntamenti mancati e focalizza il proprio io. Ed ecco che impellenti scorrono i ricordi che diventano nitida fotografia nella sua mente. Su un inizio e una fine.

La scrittrice nei suoi passaggi espone il suo animo toccato dal vissuto, reso tragico da una pandemia che, privando anche degli affetti più cari, ha modificato interiormente la sua vivacità interiore. I suoi resoconti, pensieri impersonati dalla figura di Ciro, lasciano il lettore libero di accogliere il libro come un romanzo che mette a fuoco un tempo condiviso, la cui la riflessione rimane un fatto oggettivo per ragionare con se stesso, come non si era mai fatto prima.

Con gli affetti perduti o che si credevano dimenticati, l’autrice indugia sovente sul memento vissuto visto come un ansiogeno labirinto. Oggi non più spaventoso, ma che rimane interiormente dentro ognuno di noi.  Maria Teresa Muratore scrittrice nasce dalla vena poetica e sa raccontare il suo mondo interiore con uno stile limpido ed incisivo con una prosa svelta, precisa e psicologicamente profonda.

“Un lungo racconto delle cose ritrovate e perse” è un libro che si legge velocemente, che ti lascia dentro qualcosa di indelebile. Verrà presentato il 12 maggio alle ore 18.00, nella sala Frittelli di Palazzo Gallo, in via Malatesta, a Bagnaia. Ingresso libero. (S.G.)

 

L’autrice

M.T Muratore

Maria Teresa Muratore, viterbese, figlia d’arte, biologa di formazione e professione, ha sempre mantenuto viva la passione per la scrittura. Ha pubblicato tre sillogi poetiche: Scartini d’amore (Alter Ego Edizioni, 2013), In terza persona (Augh!Edizioni, 2017), Io, gli altri, la vita, la morte (Transeuropa Edizioni, 2022). Due raccolte di raccontini: Astrazioni dal quotidiano; Alter Ego Edizioni, 2015-Pensieri Vaganti; Dialoghi edizioni, 2020. Ha recentemente aperto una pagina Facebook e Instagram “Le parole di Maria Teresa” dove legge passi dei suoi libri. Dal 2019 collabora con la testata online TusciaUp. Un lungo racconto delle cose ritrovate e perse (NOLICA Edizioni, 2021) è il suo primo romanzo breve.

 

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