Un funerale pieno di vita

di Carolina Peciola

Un funerale pieno di vita.

È con questo intento che Alice Rohrwacher e l’artista JR hanno girato “Omelia Contadina”, presentato per la prima volta a Orvieto, venerdì 25 settembre, dopo l’anteprima nella sezione “Proiezioni Speciali”, fuori concorso, alla 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

 

Si tratta di un’azione cinematografica con cui la regista e l’artista francese, famoso per i suoi collage fotografici en plein air, sostengono la lotta dei piccoli agricoltori e dei cittadini dell’Altopiano dell’Alfina.

Da due anni infatti, i contadini e abitanti di questa zona, che abbraccia un territorio al confine tra Lazio, Umbria e Toscana, stanno portano avanti la lotta per arrestare l’avanzata della monocoltura del nocciolo, che non solo sta cambiando il paesaggio, ma che avrà conseguenze sulla salute della popolazione e degli animali – gli insetti in particolare –  sulla fertilità della terra, sulla qualità delle acque, sulla vita dei contadini che praticano un’agricoltura senza pesticidi e diserbanti.

 

“Nell’autunno scorso, durante una passeggiata sul confine tra Umbria, Lazio e Toscana, raccontavo all’amico e artista JR le mie preoccupazioni sulla distruzione del paesaggio agrario, violato dal proliferare di monocolture intensive che stanno plasmando interi territori. Gli raccontavo, da figlia di un apicoltore, della grande moria di insetti che ne deriva, e delle lotte dei piccoli contadini che provano ad arginare questo fiume in piena di speculazioni, sussidi e pesticidi. Mentre guardavamo il paesaggio segnato da file ininterrotte di noccioli ci siamo detti che sembra un cimitero. Sulla via del ritorno abbiamo deciso: se sembra un cimitero, dobbiamo celebrare un funerale. Ma che sia un funerale pieno di vita! Così è nato il progetto dell’Omelia Contadina. Un funerale, ma anche un inno di speranza dedicato a tutti coloro che giorno dopo giorno, ci tengono in vita producendo il nostro cibo”.

Con queste parole Alice Rohrwacher ha raccontato la fase embrionale di quest’opera, lei che qui è di casa, fa parte di questa comunità e ama profondamente questo territorio.

 

La proiezione, organizzata in collaborazione da Comune di Orvieto, Comunità Rurale Diffusa e Orvieto Cinema Fest, si è tenuta presso DIGIPASS – Nuova Biblioteca Luigi Fumi. Particolarmente sentito e partecipato il dibattito che ne è seguito, al quale hanno presenziato, oltre alla regista, anche alcuni membri della Comunità rurale diffusa, allietato da una piccola degustazione finale di prodotti del territorio.

 

Nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il pubblico era numeroso, tanto che sono state organizzate due proiezioni. Sullo schermo, 4 fotografie giganti (15 metri x 4) che raffiguravano altrettanti contadini locali in carne ed ossa, sono state portate in processione e poi sepolte in enormi fosse, al suono della banda di Castel Giorgio e dopo aver letto l’omelia funebre, un testo frutto di un lavoro collettivo in cui, come ogni omelia che si rispetti, sono state raccontate tutte le cose belle che la cultura contadina ci ha lasciato e i motivi per cui se n’è andata. Particolarmente suggestivo l’alternarsi di immagini dall’alto per restituire nella sua interezza il paesaggio e la scena delle tombe scavate nel terreno, con quelle dei primi piani che si posavano sui volti di vecchi e giovani contadini.

 

“Non è un’opera di denuncia – ha sottolineato Rohrwacher – ma un rito, un rito simbolico, che va celebrato: la civiltà contadina è morta e questo è forse il cambiamento più grande nella storia dell’uomo degli ultimi 8 mila, il momento più importante dopo l’addomesticamento dei primi semi. Non solo ci sembra triste che questa cosa passi nel silenzio, ma anche vergognoso il fatto che non si renda grazie a ciò che la civiltà contadina ci ha lasciato”.

 

La proiezione di Omelia Contadina prevede nuovi appuntamenti, sia in zona che in altre città di Italia. “Ci piacerebbe che fosse un’occasione di dibattito – ha spiegato infine Alice Rohrwacher – in cui incontrarsi, parlare ma soprattutto fare”.

Per rimanere aggiornati sulle prossime proiezioni, potete consultare la pagina Facebook di Comunità Rurale diffusa

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