Trecentomila euro messi a disposizione dall’Europa per le comunità rurali con il progetto Pro.Gre.S.S.

di Luciano Costantini

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Trecentomila euro messi a disposizione dall’Europa per le comunità rurali con l’obiettivo di lavorare al progresso – in qualche caso al rilancio – di aree abbandonate e indirizzarle verso uno sviluppo sostenibile e possibile. Unica deve essere la stella polare: migliorare la vita nel rispetto dell’ambiente. Sembra una slogan, magari lo è, ma quattro comunità europee si impegneranno per i prossimi due anni a dare gambe a un progetto comune denominato PRO.GRE.S.S. che sta per Proactive Green Communities and storyteller for Natural Capital Safeguarding. Un lavoro che è stato presentato in mattinata presso l’Aula Magna del dipartimento Dibaf/Dafne dell’Università della Tuscia. Una sorta di santa alleanza tra quattro comunità rurali che hanno certo necessità diverse, ma un solo traguardo: rilanciare il territorio seguendo un unico percorso, quello del rispetto e della valorizzazione dell’ambiente (e, naturalmente, della sua offerta) che cresce e si sviluppa in sinergia positiva con l’uomo, contro gli attacchi, più o meno volontari, al nostro sistema ecologico e climatico. A rappresentare la Tuscia – anzi il Paese tutto, perché in fondo si tratta di un esperimento – la comunità della Selva del Lamone, un territorio di oltre duemila ettari che ha tutte le possibilità diventare un’autentica gemma del viterbese e anche di suggerire nuovi itinerari di vivibilità in un ambiente che con il trascorrere degli anni è andato perdendo la presenza umana. Problema assolutamente opposto a quello del parco della Dragonera sull’isola spagnola di Mallorca, che deve far fronte all’invasione del turismo di massa. O a quello ancora parzialmente diverso di Tripoli in Arcadia in Grecia o di Beaumont de Pertuis in Francia, che mirano ad un turismo di qualità puntando su un patrimonio storico e naturale di rilievo. Coordinatrice dei quattro progetti – italiano, spagnolo, greco e francese, presentati dalle rispettive “ambasciatrici” – Sandra Gasbarri che ha ribadito la meta finale per tutti: sensibilizzare le comunità rurali sui temi del cambiamento climatico e della biodiversità per costruire un diverso modo di vivere. A presentare la conferenza i direttori del Dafne e del Dibaf, Danilo Monarca e Luigi Portoghesi e Marco Trulli dell’Arci Viterbo. Filippo Tantillo, ricercatore e territorialista esperto di aree interne, ha spiegato concretamente le azioni che le comunità rurali sono chiamate a sviluppare rispetto ai mutamenti climatici. Il progetto c’è, le risorse dovrebbero arrivare a breve. Il cambiamento può partire.

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