Touring: fine ciclo migrazioni “storiche” nella Tuscia Viterbese

Venerdì scorso a palazzo Brogiotti, sede della Fondazione Carivit a Viterbo, Antonio Mattei (responsabile de “La Loggetta” la rivista sulla Tuscia viterbese), ha ricordato che nel XVI sec. i centri di Arlena di Castro, Tessennano e Piansano – inclusi nel ducato farnesiano di Castro – hanno vissuto in presa diretta il fenomeno della migrazione da parte di coloni venuti dall’Umbria e dalla Toscana per dissodare e coltivare vasti appezzamenti di terreni aridi e abbandonati. Era l’ultimo dei cinque appuntamente indirizzazi al tema realizzati dal Touring con i suoi. Pomeriggi
Nell’Italia di mezzo, queste migrazioni sia stagionali che a tempo indeterminato erano piuttosto frequenti lungo le corsie Appennino-Tirreno, dalle “montagne” (come si diceva allora) alle piane maremmane. Per carbonari, mietitori, pastori ed altri, era un continuo andirivieni da lassù a quaggiù per fare “pagnotta”, con tutto quello che ne conseguiva sul piano personale, famigliare, sociale e religioso.
“ I Pomeriggi Touring di quest’anno – ha ricordato Vincenzo Ceniti console di Viterbo del Touring Club – hanno raccontato alcune storie di migranti dei secoli passati nella Tuscia Viterbese (Africani, Saraceni, Corsi, Ebrei, Albanesi) che con la loro presenza hanno portato lavoro, diffidenze, incomprensioni, scontri sociali. Gli stessi di cui oggi siamo testimoni. Un tema attuale che ci ha appassionato e che ci appassiona pur fra tante perplessità ed inquietudini. Ringrazio la Fidapa e la Fondazione Carivit per la preziosa e cordiale collaborazione”. La conferenza di Mattei è preceduta da un breve spot sul Touring Club.

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