Sonia: “Così ho imparato l’arte della ceramica”

di Arnaldo Sassi

Imparare il mestiere per necessità. Tentare di migliorarne la conoscenza e la pratica con l’impegno e la caparbietà. Appassionarsi all’arte della ceramica e realizzare di conseguenza oggettistica di tutto rispetto. E’ la storia di Sonia Sturalova, una donna ceca arrivata in Italia all’età di 19 anni alla fine del secolo scorso e poi radicatasi nella Tuscia. Abitazione a Gallese e laboratorio artigianale a Orte Scalo dal nome accattivante: Myartss.
“Sì, è vero” esordisce. “A Praga stavo bene. Lavoravo al Karlovy Vary (le terme di Carlo, ndr), che si trova a pochi chilometri dalla capitale. Avevo anche un buon stipendio, ma mi annoiavo. E poi, venivamo dal comunismo. E così, con altre amiche, decidemmo di partire”.
La meta iniziale doveva essere la Grecia. “Ma non mi trovai bene. E così – racconta – anche su consiglio di alcune amiche, decidemmo di raggiungere l’Italia. Del resto, da noi si conoscevano bene tutte le canzoni di Toto Cutugno, dei Ricchi e Poveri, di Albano e Romina. Mio padre aveva anche le musicassette e io cantavo ‘Ma-ma-ma-mamma Maria ma-ma’ a squarciagola. Arrivai a Roma e trovai subito lavoro come baby sitter”.
Poi il trasferimento nella Tuscia, a Vasanello, il matrimonio e la nascita di due figlie. Ma non tutto fila liscio. E così Sonia deve trovarsi un lavoro nuovo per poter sbarcare il lunario. “Lessi da qualche parte che nel centro storico di Viterbo c’era un laboratorio che organizzava corsi di ceramica. Andai ad informarmi. La cosa mi piacque e lo frequentai. Lì ho imparato i primi rudimenti, che poi ho perfezionato da sola. Perché questa materia è infinita e c’è sempre da perfezionarsi. Ci vuole anche tanta passione e io ce l’ho messa tutta. Sicché un qualche risultato l’ho ottenuto”.
Oggi Sonia ha un laboratorio a Orte Scalo, dove produce i suoi lavori in ceramica. “Ma non solo – prosegue – perché con questa sola attività è difficile andare avanti. Così mi sono dedicata anche al cucito creativo: faccio corredini per i bimbi, lenzuolini o cuscini ricamati e altro. E poi, la cosa che mi dà più soddisfazione, ho organizzato dei corsi per bambini. Insegno loro a lavorare l’argilla. C’è una bambina di colore, originaria dell’Etiopia, di 7 anni, che frequenta da alcuni mesi ed è bravissima. Ha vinto anche una borsa di studio”.
Il rapporto con la Tuscia è un po’ luci e ombre. “Abito a Gallese perché mi piace vivere nei piccoli centri. Con gli italiani non ho avuto problemi, forse perché sono stata sempre gentile e rispettosa. Però i più ti considerano sempre una straniera, anche se hai la cittadinanza da una vita. Però una cosa la voglio dire: qui c’è anche chi ti snobba per il solo fatto che sei straniera”.
Si ferma per un attimo, poi conclude: “E poi voi italiani siete tutti un po’ mafiosetti! Ma è solo una battuta”. E si fa una gran risata.

 

Nella cover: Sonia Sturalova nel suo laboratorio

La ceramista con la bimba etiope che frequenta i suoi corsi
I lavori da lei realizzati
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