Simona Tartaglia: Viterbo e la Tuscia un maxi studio per il cinema e corsi universitari su arte teatrale e cinematografica

Luciano Costantini

“Mio marito amava Viterbo, io amo Viterbo, ma non sempre l’amore è sufficiente per poter vivere insieme”. Gli occhi verdi, quasi trasparenti di Simona Tartaglia, tradiscono la dolcezza di una gioia incompiuta mista ad un lampo di disillusione. “Talvolta – dice – sono tentata di andarmene, ma è soltanto un attimo di sconforto perché io non abbandonerò mai questa terra alla quale mi sento anche fisicamente legata”. Al marito di Simona, Giorgio Capitani, grande cineasta, creatore del mitico maresciallo Rocca, Viterbo aveva dato la cittadinanza onoraria. “Lui avrebbe voluto continuare la propria opera con una scuola artistica che però non fosse limitata esclusivamente alla recitazione ed è ciò che io ho cercato di realizzare con “Tuscia Arts Academy”. I primi corsi l’estate scorsa con master class dedicati alla recitazione teatrale e cinematografica, la danza, il canto musical, il casting, la dizione. Ora stiamo avviando nuovi incontri per la sessione autunnale e invernale. Insegnanti di livello come Stefano Reali, Andrea Roncato, Laura Leo, Rosella Fanelli, Isabella Grossi, Leonardo De Angeli. E poi tanta voglia di fare bene”. Un sospiro più che eloquente. Qualcosa però manca, non è così? “Innanzi tutto una sede dove poter lavorare con continuità e in condizioni adeguate. Una svolta positiva in questo senso dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, ma preferisco aspettare prima di gioire. Una scuola per funzionare ha bisogno di insegnanti, ma anche di una propria location”. Simona Tartaglia ha anche un sogno, anzi due, nel cassetto più riposto dei suoi desideri. “Il primo è quello di fare di Viterbo e della Tuscia un maxi studio per il cinema, una sorta di immensa Cinecittà, in grado di attrarre produttori, registi e case cinematografiche. Sarebbe una opportunità unica per valorizzare il patrimonio unico di questa terra e creare nuove opportunità di lavoro. Tanti set cinematografici dislocati nei vari centri che si prestano ottimamente alla produzione. Di testimonianze di successo ce ne sono tantissime. Non per niente Viterbo è considerata la “Città del cinema”. Ovvio, come sempre, la volontà è alla base di ogni progetto. Una Cinecittà della Tuscia sarebbe conveniente dal punto di vista economico per le case cinematografiche perché potrebbe offrire maestranze qualificate sul posto a tempo indeterminato e costituirebbe un formidabile volano di crescita per questa terra”. E l’altro sogno? “Be’ in questo caso forse è più vicino alla realtà. Stiamo studiando, insieme ai vertici dell’Università della Tuscia, la possibilità di fare sinergia”. Più precisamente? “Istituire dei corsi universitari dedicati all’arte teatrale e cinematografica ed a tutto cioè che ruota attorno a questa branca: e dal punto di vista estetico e pure imprenditoriale. Corsi che darebbero la possibilità agli studenti di conoscere meglio la seven art in tutti i suoi molteplici aspetti e agli esterni di avvicinare il pianeta Unitus”. Il sogno in questo caso sta prendendo i contorni della realtà. “Io ci spero molto. E comunque sono determinata ad andare avanti. Sono troppo legata a questa terra”.

COMMENTA SU FACEBOOK

CONDIVIDI