Sgarbi ha inaugurato la mostra di Maria Prymachenko e Bonaria Manca, due artiste a confronto

di Luciano Costantini

Se so ricamare, saprò anche dipingere”. Dietro il titolo della mostra inaugurata al Museo dei Portici di palazzo dei Priori, c’è una vita, un percorso artistico di due donne, lontanissime  geograficamente, ma legate da un sentimento trasfuso in un stile che, probabilmente, in modo un po’ riduttivo viene definito “naif”. “Bonaria Manca e Maria Prymachenko hanno in comune la luce, il colore, la felicità, la vicenda umana e quasi la stessa età”, definizione di Vittorio Sgarbi che ha presentato la rassegna pittorica che resterà aperta fino al prossimo 4 giugno. Ricamare, secondo l’assessore alla bellezza del Comune di Viterbo, trascende il semplice significato letterale e andrebbe trasferito nella politica di oggi che vede la prima ministra Giorgia Meloni e la leader dell’opposizione Elly Schlein ai vertici della cosa pubblica: “Dipingere è ricamare, ed è governare, soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo attraversando con una guerra dietro l’angolo. E non capisco come si possa chiedere quanto la mostra è costata. L’arte è l’emblema più alto e religioso dei valori della pace”. Maria Prymachenco, nata nel 1909 in Ucraina, è scomparsa nel 1997 nella stessa Ucraina, ed è esponente di spicco dello stile popolare del suo Paese. Bonaria Manca è stata una pittrice di origine sarda nata ad Orune nel 1925 è morta nel 2020 a Tuscania dove ha vissuto per decenni. Autodidatta la Prymachenko, così come la Manca. A presentare la mostra (presenti la nipote della Manca, Paola, e una rappresentante dell’ambasciata ucraina in Italia) in una affollatissima Sala Regia la sindaca Frontini: “Oggi concludiamo un’altra tappa del percorso che punta con determinazione all’obiettivo che ci siamo posti, candidare Viterbo a capitale europea della cultura”.

 

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