Raccontiamo Viterbo e lo storytelling, Donatella Agostini e l’arte di raccontare storie

Donatella Agostini e l'arte di raccontare storie

Donatella Agostini lunedì scorso è intervenuta nella sessione di primavera dell’Università Lions dell’Età Libera al Teatro della Parrocchia del Murialdo, di cui è rettore il dr. Bruno Mongiardo, la relatrice ha raccontato all’attento pubblico come lo storytelling si integri alla sua pagina Raccontiamo Viterbo, un progetto sorto nell’ambito universitario nell’anno 2019, declinato in una pagina social seguita da un target mirato con circa seimila follower al seguito.

“Lo storytelling – ha affermato Agostini – è l’atto del narrare, disciplina che usa i principi della eloquenza sintetica coadiuvata da parole e immagini. Letteralmente è l’arte del ‘raccontare storie'”. E la Donatella oratrice laureata in Filologia Moderna, presso l’Università degli della Tuscia lo ha espresso portando come esempio diretto una panorama tutto viterbese fatto di personaggi e luoghi, per  dare loro il lustro della memoria per rapportarli all’emozione della nostra storia. Ed è così che ci parla di una chiesa che non lo è più: nel tempo, è diventata qualcos’altro, e poi anche questa nuova veste le è stata strappata, lasciandola nuda e in attesa di un nuovo significato. Si trova a piazza Fontana Grande a Viterbo, e la sua facciata campeggia – pressoché ignorata – come sfondo alla maestosa fontana. La storia della chiesa dei SS. Giuseppe e Teresa, divenuta tibunale  fino a essere cantiere di un dipinto sublime in opera dell’artista Marco Zappa, passando poi a personaggi come l’indimenticato Cicoria, una figura popolare rappresentativa di quella viterbesità che con la sua retorica istintiva forniva pillole di saggezza. E infine la nonna Maria, legame parentale stretto per Donatella, rappresentata come figura femminile portante sull’uguaglianza del nucleo famigliare nelle generazioni che si sono susseguite, una lettura della figura femminile nella storia in tal caso della propria famiglia. “Il termine greco ‘arché’ ha un doppio significato. Vuol dire sia ‘inizio’ che ‘dominio’, perciò possiamo con cognizione tradurre ‘matriarcato’ con ‘iniziare dalle madri’. La frase è della studiosa Heide Goettner Abendroth.

Una narrazione nutrita di personaggi, magari sconosciuti ai più, che si può ritrovare nella pagina Fb “Raccontiamo Viterbo” in cui saggezza, emozione, informazioni storiche avvalorano quella Viterbo, che vuole soprattutto essere ricordata e che dobbiamo sempre sentire nostra.

“A volte basta fare ciò che si ama fare, senza troppe sovrastrutture, e l’utilità verrà da sé (un po’ come l’appetito)”. La frase è nell’imprinting di Raccontiamo Viterbo. (S.G.)

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