Per “Tramonti a Ferento” va in scena “Pasolini, il poeta corsaro alla Torre di Chia”

La torre di chia

Per “Tramonti a Ferento”, domenica 7 agosto alle ore 19.30, nell’Area Antiche Terme in programma la performance “Pasolini, il poeta corsaro alla Torre di Chia” un omaggio per i 100 anni della nascita del grande letterato e artista con testi e testimonianze del soggiorno nel Viterbese. All’incontro, coordinato da Giuseppe Rescifina, saranno presenti Simone Chiani, giovanissimo autore del libro “Tuscia in Pasolini. Studio onnicomprensivo di un rapporto articolato” e Stefano Stefanini, giornalista, appassionato studioso del territorio in particolare dell’interesse che Pasolini ha rivolto a Orte con il documentario “La forma della città” girato nel 1973 e andato in onda sulla Rai l’anno successivo. Gli intermezzi musicali dell’incontro di Ferento sono a cura di Bruno Mascagna con la collaborazione di Guido Palmieri.
Viterbo per Pier Paolo Pasolini era soprattutto la Torre di Chia, o castello di Colle Casale, nel comune di Soriano nel Cimino, risalente al 1200 di proprietà, nel corso dei secoli, degli Orsini, dei Lante della Rovere, dei Borghese. Chia è un luogo ricco di storia e di fascino dai quali il regista non poteva non rimanerne attratto, forse spinto dal desiderio di una vita diversa, più solitaria.
Era il 1963 quando Pasolini visitò la Tuscia e ne fu straordinariamente innamorato, tanto da utilizzare la location per girare qualche scena de “Il Vangelo secondo Matteo”. In particolare il battesimo di Gesù, nel torrente Castello che scorre vicino la Torre di Chia
Qualche anno più tardi, nel novembre 1970, dopo vari tentativi, il grande regista decise di acquistare la Torre di Chia: Pasolini costruì allora, ai piedi della Torre, una casetta di pietra e di vetro mimetizzata fra le rocce e nel verde di un dirupo.
“Se non avessi trovato un luogo di così straordinaria bellezza (una torre in un bosco di querce che domina una vallata), probabilmente non mi sarei mai deciso a passare tanto tempo in campagna – si legge in un testo pubblicato nel 1975, anno della morte – La mia scelta non è stata di ordine pratico, ma estetico. Poi, a cose fatte, mi sono reso conto che in realtà si trattava di un ritorno: tutta la mia infanzia è stata contadina e rurale. Inoltre, in nessun altro luogo lavoro così bene come in questo bosco di querce così perfettamente arcaico. Dico «lavoro», e non «vivo». In realtà io amo vivere nella grande città. Ma non avrei mai immaginato che le città italiane sarebbero diventate luoghi così orribili”.
L’evento di Ferento è incentrato soprattutto sul rapporto tra l’artista e il territorio; l’attenzione per Orte; gli incontri con la gente e soprattutto i progetti nati in questi luoghi tra il silenzio, la meditazione e l’ispirazione tratti da un mondo arcaico.
Come di consueto per “Tramonti” a Ferento con inizio alle 18,30 è prevista una visita nell’area archeologica dell’antica città, distrutta nel XII secolo, a cura dei volontari di Archeotuscia.

La stagione teatrale di Ferento è organizzata dal Consorzio Teatro Tuscia, con la direzione artistica di Patrizia Natale, con il supporto del Comune di Viterbo, della Fondazione Carivit e dell’ Ance Viterbo

Info: www.teatroferento.it / Facebook: teatroferento
Prevendite online: www.ciaotickets.comwww.ticketone.it
Prevendite a Viterbo: Underground e Ufficio turistico
Info spettacoli 393 9041725
Info biglietteria 328 7750233

 

 

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