Il Dipartimento per l’innovazione nei Sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali (DIBAF) dell’Università degli Studi della Tuscia e l’Associazione Universitaria Studenti Forestali (AUSF) hanno organizzato il 18 aprile un seminario sulle filiere forestali dedicato alla carta, all’interno del corso di laurea in Scienze Forestali e Ambientali. Il seminario è ricaduto all’interno della Paper week, una iniziativa organizzata ormai da qualche anno da COMIECO per sensibilizzare la comunità sull’importanza del riciclo della carta. All’incontro ha partecipato Massimo Ramunni Vice-Direttore Generale di Assocarta che ha presentato una relazione dal titolo “La carta da Cenerentola a Regina della sostenibilità” Ramunni ha spiegato il consumo della carta nel mondo è pari a 401850 tonnellate/anno, l’Italia consuma 161.3 kg/abitante, una quota leggermente superiore alla media europea. La carta per imballaggio ha superato nel consumo la carta per uso grafico. Quest’ultima è stata sostituita dal digitale, al contrario il commercio elettronico ha favorito l’incremento nell’utilizzo della carta da imballaggio. Il 55% della carta che si usa quotidianamente proviene da riciclo, il 29% da fibra vergine e il 16% è rappresentata da materie prime non fibrose. Consumiamo 10.494.000 tonnellate di carta in Italia e ne produciamo 9.619.000 tonnellate. Il legno e la cellulosa di importazione così come l’ 80,4% della carta prodotta proviene da siti certificati PEFC o FSC. L’85% degli imballaggi è riciclato. Negli ultimi anni l’efficienza del comparto cartario è aumentata sia considerando l’utilizzo delle risorse e il collegato risparmio energetico. L’uso dell’acqua è infatti circa la metà mentre quello dell’energia è circa un terzo rispetto al fabbisogno degli anni precedenti il 1990. In pratica nel 2020 l’industria della carta ha già raggiunto gli obiettivi di sostenibiità programmati per il 2030. La carta ha sostituito la plastica in molti contenitori basta entrare nei supermercati per accorgersene. Pochi sanno che la digitalizzazione non sempre è più sostenibile della produzione della carta. Per lunghe letture un libro è molto più sostenibile in termini ambientali e di risparmio energetico rispetto alla acquisizione delle informazioni digitali, anche a vantaggio della concentrazione e preparazione degli studenti.
Giorgio Tofani Associate Professor al l National Institute of Chemistry di Lubiana (Slovenia, ha spiegato come la carta può essere riciclata fino a 7 volte. Tuttavia il costo ambientale in termini di sbiancamento è molto più elevato rispetto ad un utilizzo della fibra vergine proveniente da biorisorse certificate, senza considerare il costo economico. Ha concluso l’incontro Manuela Romagnoli professore ordinario di Tecnologia del Legno e Utilizzazioni Forestali del Dipartimento DIBAF, sottolineando la necessità di coltivare piantagioni dedicate, come quelle di pioppo, anche per la carta e la possibilità di valorizzare risorse meno conosciute come è nella tradizione dell’Università della Tuscia che ha effettuato nel passato la produzione di carta da scarti di produzioni agronomiche e agroalimentari, la necessità di avviare impianti di produzione su piccola scala come piccole bioraffinerie, con produzioni ad elevato valore aggiunto in termini di biomateriaali, etc. Carta da risorse agrarie era già prodotta in alcune zone della Tuscia (es. Tarquinia) quindi la tradizione è nuovamente un elemento portante del nostro futuro.. Hanno partecipato al seminario gli studenti dell’AUSF con Alessandra Peruzzo che ha moderato l’incontro, e gli studenti delle scuole superiori in particolare il Liceo Scientifico Ruffini di Viterbo e l’Istituto Tecnico Agrario di Maccarese. Ha patrocinato la Società scientifica SISEF.



























