Ottanta eventi, sei/sette al giorno; quattordicimila presenze nelle piazze (struscio escluso). Questi i numeri più rappresentativi della dieci giorni di Ombre Festival, tra Viterbo e Bagnoregio. A palazzo dei Priori si tiene la conferenza stampa di “Ringraziamento”, perché il bilancio è positivo e sottoscritto dai partner della manifestazione: la sindaca del capoluogo Chiara Frontini, quello di Bagnoregio Luca Profili, il questore Fausto Vinci, il presidente di Ance Viterbo Andrea Belli. A stilare il rendiconto è Alessandro Maurizi, presidente dell’associazione Ombre, autentico direttore artistico e patron della kermesse. Numeri che sono testimoni di un incontestabile successo, ma che nelle pieghe nascondono alcune “criticità”, per riportare un termine utilizzato dallo stesso Maurizi: “Siamo soddisfatti perché abbiamo dato alla città ciò che avevamo promesso, però è emerso un difetto di comunicazione che indubbiamente ci ha penalizzato e comunque ci ha impedito, ha impedito a Viterbo, di uscire dalle proprie mura. Se vogliamo essere vincenti dobbiamo imparare a guardare oltre. Dobbiamo essere meno provinciali. E, in futuro, dobbiamo poter contare su maggiori risorse e sul sostegno di tanti imprenditori in più”. Comunque non è in discussione il futuro di Ombre, tanto è vero che la squadra sta già abbozzando il programma 2024. Siamo ancora ai pour parler, forse qualcosa di più, molto di più, però Maurizi e i suoi, in conferenza, tengono la bocca chiusa, pure se qualcosa si lasciano sfuggire. Per esempio, un accordo con la Rete Falcone che conta 20.000 iscritti, soprattutto giovani, che si impegneranno in una capillare campagna per la legalità nelle scuole. E poi l’ampliamento dei temi proposti nelle piazze: non soltanto mafia, giustizia, criminalità, ma pure politica, sport, storia, tecnologia. “Perché vogliamo onorare il nostro impegno a fare cultura a trecentosessanta gradi”, puntualizza il presidente. Che aggiunge non a caso: “Abbiamo da cinque anni una squadra fantastica, è rimasta la stessa dal 2016, pure se quest’anno abbiamo voluto rinnovarci. E’ stato una sorta di numero zero. I nostri ospiti spesso sono tornati a Viterbo in quanto qui hanno trovato una splendida accoglienza di pubblico. Torneranno sicuramente, magari dovremo anticipare di un mese il festival”. La sindaca Frontini e il collega Profili pronti a fare la loro parte, magari ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa pubblica (il Comune di Viterbo ha contribuito con 50.000 euro). Convinti che istituzioni, pubblico, imprenditoria siano la carta vincente sul tavolo dello sviluppo territoriale. “Noi ci siamo – garantisce il leader viterbese dei costruttori, Andrea Belli – anche perché abbiamo il dovere di lavorare, ma pure quello di fare cultura”.




























