Notte del Liceo Classico: gran pienone al Buratti

Il gelo atmosferico non ha fermato il calore dell’accoglienza e la voglia di partecipare: gran pienone al Liceo Classico Mariano Buratti per la Notte Nazionale del Liceo Classico. Per il terzo anno Viterbo ha aderito a questa iniziativa che vuole sottolineare e rilanciare, nel panorama dell’istruzione, la formazione classica.

Entusiasmo e freschezza, reinterpretati nei versi dei Classici, hanno saputo regalare una bellissima serata. A guidare il percorso Seneca: “La vita, senza una meta, è vagabondaggio”, a segnare la retta via Aristotele: “Chi è incapace di vivere in società o non ne ha bisogno perché è sufficiente a se stesso deve essere una bestia o un dio”. E’ in questo modo che, perle del passato, si sono sposate, tra aule e corridoi, con abiti da vestali, mostre fotografiche, rappresentazioni teatrali, e lezioni magistrali, guidando la crescita dei ragazzi che hanno scelto il Classico.

Tre punti, nel discorso di benvenuto del dirigente Clara Vittori, hanno centrato tutta l’essenza del perché il Classico sia più che mai una scelta formativa.

Dare senso al tempo e costruire attraverso il presente ed lo studio del passato una prospettiva futura. Non dovremmo smettere di riflettere sui danni che determiniamo nel concentrarci eccessivamente sul presente…”

Il valore del difficile. So di spostarmi su un terreno minato: oggi si tende a ricercare scorciatoie, ad evitare le frustrazioni al pari della peste, a proteggere i giovani da ogni situazione che possa apparire un problema. In educazione non funziona così. Come genitori e insegnanti occorre riflettere sulla necessità che i propri figli si confrontino con compiti complessi e il Liceo Classico, come ha fatto notare recentemente il prof. Luca Ricolfi, è forse l’ultimo baluardo di conservazione della difficoltà nella scuola. Ed è questo che lo rende una formazione per la vita, oltre che per gli studi futuri….”

“Studiare al liceo classico consente di coltivare la bellezza e l’universalità, di riconoscere il valore dell’uomo e delle sue possibilità.

Poi la parola è passata ai ragazzi che sono riusciti a dare mostra di tutta la loro creatività.

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