Non è semplice divisa. E’una Promessa

Di Antonio Graziano

“È tutto sedimentato tra il profumo del cotone bianco e l’odore della terra calpestata, il silenzio che precede il passo.
È tutto lì, tra le pieghe di una divisa che non è solo stoffa, ma memoria. Una camicia bianca, come le pagine di un libro ancora da scrivere, un fazzoletto bianco in testa, una fascia rossa stretta alla vita, rosso vivo, come le fasce dei cardinali che, narra la tradizione, portarono il corpo di Rosa, pellegrina tra le braccia della sua città; pantaloncini alla zuava, calzettoni bianchi tirati fino al ginocchio, scarponcini neri: ecco.. una divisa di chi non gioca a fare il Facchino, ma comincia, con il cuore, ad esserlo.
Ogni Mini-Facchino porta sulle spalle un peso che non pesa:
è una Mini-Macchina, sì, ma vera, viva, sacra.
È simbolo di una fede che si fa luce, che si fa strada, che si fa promessa. E quei passi, lenti e precisi, non sono solo passi: sono il battito giovane di una devozione antica, il futuro che si inchina con rispetto davanti a ciò che è stato.
Non si tratta di emulazione, ma di iniziazione.
Quella divisa; candida, solenne, immutabile, non traveste, ma rivela. Rivela un’appartenenza, un’identità, un amore silenzioso. Ogni bambino che la indossa si fa voce di una preghiera che cammina.
Perché in fondo, quella divisa non si toglie mai davvero.
Resta cucita dentro. E continua a battere, ogni 3 settembre, sotto altre camicie, con la stessa emozione, con lo stesso grido: Evviva Santa Rosa.”
Foto ©Antonio Graziano
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