Noi e la Giulia: quando la sfida è ricreare se stessi

Rossella Salvatorelli

noi e la giulia

Luca Argentero, Edoardo Leo e Stefano Fresi: Diego, Claudio e  Fausto, protagonisti della commedia “Noi e la Giulia” sono l’emblema di quella parte della società italiana fatta di uomini non più giovanissimi, falliti umanamente e professionalmente, che vogliono riciclarsi rifugiandosi in un luogo lontano dalla città e dalla routine. Si conoscono per caso all’appuntamento con un mediatore immobiliare per visitare un casale isolato da acquistare per farne un agriturismo.

Ai tre si aggiungono, sempre per casualità, Sergio (Claudio Amendola), convinto comunista fuori dal tempo, ed Elisa (Anna Foglietta), ragazza incinta e un po’ svagata, chiamata per fare la cameriera, che poi si  rivela un’ottima cuoca. L’avvio dell’attività è abbastanza faticoso. Al di la’ della ripulitura del vecchio palazzo, c’è da fare i conti con la malavita locale che non tarda a farsi viva per chiedere il pizzo. Da qui una serie di circostanze comiche, paradossali e inverosimili che il regista, Edoardo Leo, utilizza molto bene, per rappresentare la realtà.

Insomma l’ennesima favola che mira a simboleggiare l’Italia dei pregiudizi, della corruzione e dei soprusi. Però il significato recondito del film è che spesso, avendo il coraggio di sfuggire alla monotonia, buttandosi in un qualcosa in cui si crede davvero, si può arrivare anche al successo. E oggi, inventarsi imprenditori di se stessi, può costituire la chiave di svolta per rimettersi in gioco a tutto campo.

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