Assistere quest’anno alla tradizionale sfilata dei carri della Sagra della Nocciola a Caprarola è stata un’esperienza distopica: eravamo a Montréal al cospetto di un’esibizione del Cirque du Soleil, all’Arena di Verona con le sue futuristiche scenografie da balletto classico, o a Broadway coinvolti in uno dei suoi irresistibili musical?
La narrazione di una fiaba si è fatta carne e suono, lambendo le antiche mura di Palazzo Farnese. In un’estasi di colori e suoni, il borgo si è trasformato in un teatro a cielo aperto, un’ode sinestetica dove voci, danze e sapori si sono fusi in un’unica, sublime melodia.
Il tessuto di un sogno ha avvolto il corteo, dove i carri, come capitoli di un’antica fiaba, hanno dipanato la storia di Clara e del suo Schiaccianoci. Grazie alla penna di Hoffmann e alle note di Tchaikovsky, il giocattolo di legno si è tramutato in un principe onirico, pronto a condurre la fanciulla in un regno di visioni fantasmagoriche, fatte di meraviglia e magia.
Lo spettacolo, ribattezzato in gergo locale “Lo Schiaccianocchie”, è stata un’unica allegoria fiabesca intorno al sogno come energia vitale cui attingere nella lotta tra Bene e Male, tra soldati e topi, vinta grazie all’amore incondizionato di Mamma Gentile, simbolo di accoglienza e di cura, grazie alla dolcezza dei sapori della tradizione incarnati dal Regno dei Dolci, grazie all’immaginazione della Gentile tramutata in lanterna magica con il suo Valzer, fino al Risveglio di Clara a bordo di una nocciola cometa sulla soglia tra tramonto lunare e alba solare.
Sulla Sagra 2025 è calata una luce singolare, sorta dall’ispirazione di chi, ogni giorno, sogna, tesse, plasma la bellezza. Il suo cuore pulsante è Benedetta Bruzziches, che non si è limitata ad organizzare l’evento, ma ne è stata l’anima creatrice. Instancabile, ha lavorato incessantemente per un anno intero, curando la sfilata dal suo concepimento fino all’ultimo dettaglio. Ha ideato e pianificato ogni costume, coordinato le scenografie e cadenzato l’ingresso dei carri. Con le sue stesse mani ha cucito le sue creazioni, offrendo un tocco di premura in ogni piccolo gesto: dal rammendo di un orlo all’ultimo minuto, fino all’attacco perfetto dell’ouverture della banda.
È lei che ha sublimato, plasmato, elevato, il tema celebrativo della nocciola, cuore dell’economia locale ed emblema della tradizione caprolatta, guidando la Classe 1985 dei suoi coetanei, responsabili della Sagra, i carristi, i musicisti, i bambini, i coreografi, i pittori, i sarti e i cittadini tutti in un progetto senza eguali.
Di più. Benedetta ha messo tutta la sua esperienza e il suo talento a servizio della sfilata, dalla scelta dei materiali, ai colori dei costumi. Il suo tocco inconfondibile e la sua personalissima impronta sono rintracciabili nel rigore ferreo di ogni dettaglio, nella ricerca spasmodica delle cromie, nella genialità di alcuni particolari che, spesso in sottrazione, richiamano in chiave moderna elementi provenienti dal passato.
Sobria, elegante, femminile, essenziale, la donna celebrata da Benedetta Bruzziches è sempre à la page eppure innovativa, luminosa tuttavia misurata. Allo stesso modo, la Sagra 2025 firmata da Benedetta Bruzziches è onirica, visionaria, lucente. Assistere al suo spettacolo è come trovarsi in un set di Fellini, ma con un Visconti dentro. La cura maniacale del dettaglio, insieme alla grandiosità inedita dell’immaginazione, sono la cifra che rende unico tutto ciò che lei tocca, che sia una borsa, un accessorio, una scultura o un palco su ruote. Benedetta è un’artista che ama il suo paese e come il suo paese tende a sviluppare le sue idee verso l’alto, verticalizzando ogni piccolo particolare, con il risultato di un insieme che, nella sua armonia, supera la somma delle parti.
Certamente la Bellezza non è per tutti, ma per chi sa riconoscere la raffinatezza di nuances di stoffe una diversa dall’altra, di scultorei giochi di rouches ton-sur-ton, di paillettes scintillanti alternate a sete opache, di ombrellini fucsia ma non troppo, di gonnelline vaporose vagamente rinascimentali, di effetti matt che sembrano spuntare dagli affreschi di Zuccari. Benedetta conosce il funambolico cammino verso la vera eleganza e mai una caduta di stile turba il suo equilibrio.
Così assistere alla Sagra 2025 è stato come immergersi in un sogno dal quale non vorremmo mai svegliarci, come Clara, abbracciati al nostro principe che, schiacciando il Male, fa emergere il Bene, un Bene che è insito in ognuno di noi, basta spogliarci del nostro guscio per far affiorare tutta la bellezza e tutto il gusto delle belle e semplici cose.



























