L’italiana in Algeri: Massimo Bonelli illustra Rossini

L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini è uno dei capolavori del teatro musicale di tutti i tempi, rappresentata per la prima volta il 22 maggio 1813. Ed anche quest’anno a Civitonica si rinnova l’appuntamento con il preside dell’istituto d’istruzione superiore Giuseppe Colasanti, il professor Massimo Bonelli, e il melodramma italiano.

Giovedì 22 ottobre alle 17 presso la sala conferenze della Curia Vescovile di Civita Castellana, il prof. Bonelli guiderà i partecipanti alla visione di una delle più straordinarie opere liriche, uno dei perni della cultura italiana che purtroppo nelle scuole viene studiato molto poco.

La storia de L’italiana in Algeri è ispirata a un fatto realmente accaduto alla signora milanese Antonia Frapolli, catturata dai corsari nel 1805, finita nell’harem del pascià di Algeri e successivamente fuggita e tornata in patria. La protagonista è Isabella, contralto, una donna disinibita, disinvolta e capace di autodeterminarsi, in grado di “soggiogare” con la sua prorompente femminilità e capacità di seduzione tutti gli uomini che incontra. Al Bey di Algeri, Mustafà, basso, non resta che inchinarsi alla intelligente e scaltra italiana, che farà fuggire dal palazzo reale il suo fidanzato italiano Lindoro, tenore, precedentemente catturato dai pirati.

L’immagine della donna che Rossini propone è esattamente opposta alla figura della donna angelo, sottomessa e pia, che prevale nella letteratura e nel teatro italiano dell’Ottocento. Inoltre L’Italiana in Algeri è memorabile anche per il suo surrealismo musicale, in particolare nel grandioso finale del primo atto, composto da venti minuti di musica senza recitativo, che culmina nello straordinario concertato Nella testa ho un campanello, dove tutti i solisti, due bassi, un baritono, un tenore, un contralto, un mezzosoprano, un soprano e tutto il coro vengono travolti da una martellante serie di onomatopee.

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