Le Università italiane e il cibo. Una mappatura di progetti ed esperienze

università della tuscia

La Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) è il primo network italiano che riunisce atenei impegnati a integrare la sostenibilità nelle proprie missioni fondamentali: didattica, ricerca e terza missione, per promuovere la cultura della sostenibilità tra università, enti pubblici e privati, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Tra le sue aree di lavoro, il tema del cibo riveste un ruolo centrale, con un Gruppo di Lavoro (GdL) dedicato a esplorare le relazioni tra produzione, distribuzione, consumo alimentare e sostenibilità.
Il Gruppo di Lavoro (GdL) sul Cibo della RUS, ha da poco pubblicato la seconda edizione della mappatura intitolata “Le Università italiane e il cibo: Una mappatura di progetti ed esperienze”.

Per l’Università degli Studi della Tuscia, il lavoro è stato curato dai docenti Andrea Petroselli e Clara Cicatiello.

Questo documento si propone di offrire una fotografia aggiornata del rapporto tra gli atenei italiani e le questioni legate alla produzione, distribuzione e consumo del cibo. Si configura come uno studio esplorativo longitudinale che analizza il ruolo delle università come attori di policy, impegnati a promuovere la sostenibilità alimentare attraverso le proprie attività istituzionali.

Il documento è consultabile sul sito della RUS, nella pagina dedicata al Gruppo di Lavoro “Cibo”, al link: Scarica la mappatura 2023

La mappatura evidenzia il significativo contributo dell’Università degli Studi della Tuscia in tre ambiti principali:

  • Amministrativo: nelle vending machine dell’ateneo, il capitolato Unitus prevede che almeno il 40% del peso totale dei prodotti sia costituito da “frutta, ortaggi, legumi, cereali” di produzione biologica, superando il minimo del 20% richiesto dal DM 65/2020.
  • Didattico: con iniziative come la Summer School Design of Sustainable Food Systems, realizzata in collaborazione con altri atenei europei.
  • Ricerca: attraverso progetti come LOWINFOOD, finalizzato a sviluppare tecnologie e soluzioni organizzative per ridurre gli sprechi alimentari e ottimizzare i sistemi alimentari.

Questo lavoro dimostra come le università possano essere promotrici di cambiamenti significativi verso sistemi alimentari più sostenibili, sia al loro interno che nelle comunità con cui interagiscono.

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