La cucina italiana candidata Unesco dei patrimoni culturali immateriali

Il Ministero della Cultura insieme al Ministero dell’Agricoltura hanno annunciato che il governo italiano ha candidato «la cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale» come patrimonio immateriale dell’Unesco per il 2023.

A credere in questo ambizioso progetto e a farsi promotore della candidatura, La Cucina Italiana, dal 1929 il mensile di cucina più autorevole e di lunga tradizione in Italia e nel resto del mondo. La cucina Italiana rappresenta infatti nella sua entità un insieme di azioni sociali, riti e gestualità. È il frutto di un continuo gioco di connessioni e scambi che dalle precedenti generazioni arriva alle nuove. È una manifestazione di creatività sostenibile sia dal punto di vista ambientale (perché basata sul non sprecare nulla e sul riutilizzo degli avanzi) che dal punto di vista economico (perché basato su ingredienti poveri e di stagione) e sociale (perché volta ad includere ogni diversità)».Il dossier verrà ora trasmesso dal ministero degli Esteri all’Unesco e inizierà l’iter di valutazione che dovrebbe concludersi entro dicembre 2025. Periodo durante il quale La Cucina Italiana continuerà a sostenere la candidatura.

Soddisfazione del mondo dell’agroalimentare per la candidatura. «La candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità è la risposta a chi vuole imporre una dieta globale fondata su insetti e cibi sintetici senza alcun legame con il territorio, l’agricoltura locale, le tradizioni e la cultura», ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini. «Un annuncio che arriva con il record storico realizzato dalle esportazioni agroalimentari made in Italy nel mondo dove hanno raggiunto il valore di 60,7 miliardi anche sotto la spinta della domanda di italianità in cucina».

“Siamo felici e profondamente grati ai Ministri Lollobrigida e Sangiuliano, che hanno deciso di candidare la cucina italiana a patrimonio dell’Unesco” ha commenato Federcuochi. “La Federazione Italiana Cuochi è stata tra i primi promotori di questa candidatura, che darà ancora maggiore lustro alla cultura enogastronomica italiana e alla dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come stile di vita più sano al mondo. E i cuochi sono i principali ambasciatori e custodi di questo patrimonio culturale immateriale e delle sue tradizioni”.

Foto  il Casaletto a Grotte Santo Stefano nella Tuscia, dove i sapori della terra e i prodotti dell’azienda, tra i quali i salumi prodotti con i loro maiali bradi, si assaggiano anche sulla pizza, fatta rigorosamente con lievito madre.

Foto cover pizzeria La Villa -Bagnaia (vt)

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