La catalogazione giudiziaria del Patrimonio Culturale, il nuovo volume di Sabina Angelucci

‘La catalogazione giudiziaria del Patrimonio Culturale. Manuale di schedatura dei beni culturali in ambito giudiziario’ è il nuovo volume di Sabina Angelucci, edito  dal Centro per gli Studi Criminologici di Viterbo, contemporaneamente all’avvio della prima edizione della Scuola Biennale di Alta Formazione in ‘Archeologia Giudiziaria e crimini contro il patrimonio culturale’, nella quale l’autrice ricopre il ruolo di Direttore.
Nella prefazione l’Avvocato Paolo Pirani ben evidenzia come l’Italia sia un territorio ricco di testimonianze e bellezze artistiche e di come, purtroppo, si abbia spesso l’impressione che sia dia poca importanza e non si valorizzi il patrimonio culturale italiano.

“L’Italia vanta ben 55 siti Unesco eppure si investe ancora poco nella cultura, tanto che molti beni non sono valorizzati nel giusto modo o non sono oggetto di un recupero adeguato. La valorizzazione dei beni culturali presuppone una battaglia da combattere su diversi fronti, a partire dagli interventi mirati al loro recupero, per poi passare alla conservazione e giungere, infine, alla loro tutela. In merito a quest’ultimo aspetto, un primo segnale è stato offerto dal legislatore, il quale con l’introduzione del D.lgs 42/2004, noto più comunemente come ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’, ha esteso la tutela al riconoscimento, alla protezione ed alla conservazione del patrimonio culturale. Tuttavia, gli sforzi fino ad ora profusi non appaiono adeguati alle finalità prospettate. La suddetta normativa coordinata con le disposizioni in materia, contenuta nel Codice Penale, appare allo stato attuale ‘debole’ ed inadeguata, poiché a ben vedere molte delle condotte aventi ad oggetto beni culturali e paesaggistici ricadono nelle comuni fattispecie di reati contro il patrimonio e solo occasionalmente sono distinte e assoggettate a un trattamento differenziato rispetto alle condotte aventi ad oggetto beni privi di interesse storico ed artistico. Appare del tutto evidente come la risposta sanzionatoria prevista e disciplinata dal legislatore sia carente, anche in considerazione del fatto che molti dei reati commessi a danno dei beni culturali arrecano danni incalcolabili in termini economici e non solo. Il rilancio del

patrimonio artistico italiano potrà avvenire solo dopo una presa di conoscenza generale della sua importanza e delle sue potenzialità in primis da parte delle istituzioni, ma anche dai cittadini e dalle imprese.
Indispensabile strumento per rilanciare (e di conseguenza tutelare) il patrimonio culturale è la ‘catalogazione dei beni’, sia pubblici che privati, di interesse archeologico, storico-artistico, archivistico e demoetnoantropologico. Solo così è possibile rilevare e raccogliere in modo sistematico ed organizzato il maggior numero di informazioni sul patrimonio culturale >>>https://www.criminologi.com/web/2599-2/
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