Negli ultimi anni il nostro sistema politico democratico, che aveva al centro il Parlamento – così come i Padri Costituenti vollero – sta subendo delle virate pericolose. Attraverso le successive modifiche di alcuni Titoli, Articoli, passando inoltre attraverso leggi elettorali che spostano sia la proporzione di rappresentatività che il rapporto diretto elettore-eletto, il bilanciamento dei pesi tra i vari poteri dello Stato sta gradualmente e pericolosamente modificando l’impianto originale.
In un quadro di forte crisi economica generale, siamo convinti che le preoccupazioni della gente comune siano tante – economiche e di fiducia nel futuro – e non certo la cosiddetta «autonomia differenziata» e il «premierato». L’informazione ci racconta come in realtà siano proprio queste «riforme» (in negativo) a favorire una crescita democratica del Paese, attraverso il motto populistico de «la gente sceglie da chi vuole essere governata», che nasconde invece locuzioni di triste memoria quali «un uomo solo al comando» (leggasi «premierato»). L’Italia ha già vissuto questa situazione, già cent’anni fa si fece credere che l’accentramento dei poteri fosse una scorciatoia verso la governabilità, mentre nascondeva il ferimento mortale della democrazia.
Con l’applicazione dell’autonomia differenziata, di fatto – aumentando le competenze delle Regioni su alcune materie, come scuola, beni culturali, ambiente, lavoro, ma soprattutto concedendo loro la possibilità di trattenere il gettito fiscale – si certifica la differenziazione tra Enti più ricchi ed Enti più poveri.
È in questa situazione che a Orte, come in tanti altri Comuni di tutt’Italia, è nata, con la partecipazione di ANPI, CGIL e SPI-CGIL, PD, 5 Stelle, AVS, AUSER e semplici cittadini, la sezione locale del Comitato di Difesa della Costituzione. È questo solo un primo passo, perché il Comitato intede il più possibile aprirsi ad altre Associazioni, parti e personalità della società civile: la Costituzione è infatti un patrimonio comune – conquistato con il sangue dei nostri padri – giammai proprietà di uno o dell’altro partito, che la modificano – per convenienze private – secondo chi, a turno, si trova al Governo del Paese. Essa è nata (con il ruolo fondamentale dei partiti loro attribuito dall’art. 49 della «Carta» – discorso diametralmente opposto al populistico «tanto sono tutti uguali») per dare voce alla parte più svantaggiata della popolazione; quindi per diminuire le differenze economico-sociali, nient’affatto per acuirle.
Ecco allora che, pur nella consapevolezza della difficoltà del momento e della complessità del lavoro che lo attende. A partire dall’imminente inizio della raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge sull’«autonomia differenziata», il Comitato tende a darsi una forma «strutturale» – quindi il più possibile permanente – e non soltanto relativa alle due grandi questioni di cui sopra che, pur cruciali, rappresentano solo un pretesto per difendere, senza «se» e senza «ma», una Costituzione che andrebbe non modificata, ma applicata. Siamo infatti convinti che solo l’applicazione della nostra Carta farebbe di questo Paese un posto migliore dove vivere e dove far vivere i nostri figli.
Il Comitato si è dotato dell’indirizzo di posta elettronica: comitatoperlacostituzioneorte@gmail.com e del numero di telefono cellulare +39 328 311 5273.
Comitato per la Costituzione di Orte