L’ex Chiesa è situata fuori dalle mura della città di Viterbo, subito fuori la porta Romana. Il complesso risale al Duecento. Precedentemente vi era un’altra chiesa, costruita nel Settecento su progetto di Nicola Salvi. Purtroppo la Chiesa fu semidistrutta durante i bombardamenti avvenuti nella Seconda Guerra Mondiale. Nel periodo Medioevale il complesso di Santa Maria in Gradi si trasformò in uno dei centri religiosi e culturali più importanti di Viterbo. Fu voluto dal Cardinale Raniero Capocci nel 1215 e fu affidato all’ordine domenicano nel 1244. Un nubifragio nel 1246 distrusse il convento, che fu ricostruito e papa Alessandro IV si occupò della sua consacrazione nel 1258. Nel 400 fu edificato un grande portico in sostituzione del precedente. Nicola Salvi, si occupò della restaurazione della Chiesa tra il 1737 e il 1758. Questo architetto è conosciuto anche per aver progettato la famosissima Fontana di Trevi. Salvi fece una rivoluzione all’interno della chiesa modificandone l’interno che diventò ad un’unica navata coperta con una volta a botte. Precedentemente la chiesa era a tre navate con copertura lignea. Le pareti erano decorate da eleganti stucchi e vi era un transetto con cupola ottagonale dopo la navata. L’architetto ha anche progettato il grande portale che permette l’accesso dalla Via Cimina. Successivamente, la volta fu abbattuta per colpa dei danni causati dalla Seconda Guerra Mondiale. I vari rifacimenti fatti distrussero l’opera di Nicola Salvi. Il complesso rivestì un ruolo importantissimo per Viterbo, tanto che Papa Clemente IV soggiornò a lungo in questo luogo e chiese anche di conservare qui le sue spoglie. Non fu il solo personaggio illustre ad essere stato sepolto qui, ma la maggior parte dei monumenti funerari sono andati perduti col tempo. La tomba del Papa e del prefetto Ghibellino Pietro De Vico attualmente sono conservati nella Chiesa di San Francesco. Oggi l’intero complesso è stato acquisito dall’Università della Tuscia, che ha avviato un’importante opera di ristrutturazione. L’obiettivo è stato quello di trasformare l’ex struttura carceraria in un polo culturale e accademico. Grazie a questo intervento, oggi la basilica si trova all’interno del campus universitario ed è pronta a vivere un nuovo capitolo della sua storia: restituire alla città un luogo di grande valore storico-culturale più ampio. Un progetto che vede fortemente coinvolto l’Ateneo viterbese.
L’autrice*
Alessia Elena Stefanelli, originaria della provincia di Latina, amante della musica, della storia e delle arti cinematografiche, è iscritta al corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali L-1 presso l’Università della Tuscia di Viterbo.



























