Il Santuario dell’Ara della Regina a Tarquinia

di Francesca Pontani*

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«Allora mi convinsi che gli Etruschi erano un popolo che, ucciso dai Romani, era potuto sopravvivere lo stesso. Pensai che solo loro potessero morire e poi sopravvivere. Non pensavo che tutti potessero morire. Non avevo nemmeno idea che la morte coinvolge tutti. Ma che gli Etruschi, come popolo avessero vinto la morte, forse era una verità che misteriosamente appresi subito, fin dalla mia tenera età» (Fiore etrusco, Vincenzo Allegrezza).

Fin dall’inizio delle ricerche, avviate nel 1983, è emerso chiaramente che l’edificio templare, tradizionalmente datato al IV secolo a.C., faceva parte di un santuario ben più antico.

Quattro fasi di vita

Gli interventi sul campo hanno individuato da tempo quattro fasi principali di vita, ciascuna con caratteri propri. Il tempio I, risalente alla prima metà del VI secolo a.C., era formato da un vestibolo e una cella (12×27 mt.). Il tempio II, risalente alla seconda metà del VI secolo a.C. fu edificato sfruttando le fondazioni del tempio I cui venne aggiunto, sulla fronte, un colonnato e due ali laterali, ampliandone notevolmente le dimensioni (25×40 mt.). Il tempio III, o dei “Cavalli alati”, databile agli inizi del IV secolo a.C., venne arricchito con ulteriori ambienti nella parte posteriore e dotato della decorazione fittile di cui facevano parte i Cavalli Alati.

L’Altare A

Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalle ricerche nell’area interna all’edificio è rappresentato dalla sequenza costruttiva dell’”altare A”, una struttura nella quale la critica riconosceva, per il suo orientamento diverso rispetto al tempio, un luogo vetusto legato alla nascita miracolosa di Tages (Tagete), il fanciullo di infinita saggezza che trasmise a Tarconte, eroe fondatore di Tarquinia appartenente alla stirpe di Heraklès (Ercole), la religione degli Etruschi.

Luogo di tradizione e memoria

La lettura complessiva delle fasi arcaiche del santuario guadagna così, nella continuità delle testimonianze, un importante argomento di riflessione per comprendere il significato dell’Ara della Regina come luogo di tradizione e memoria, raccordandosi alle testimonianze sui culti eroici di ambito greco.

I Cavalli Alati

Alla fase di maggiore espansione dell’edificio templare (IV secolo a.C.) si riferiscono la famosa lastra dei Cavalli Alati, che apparteneva alla decorazione del frontone e altri frammenti di terrecotte architettoniche uscite dalla medesima bottega. Grazie al confronto con i soggetti rappresentati sulla ceramica attica a figure rosse e sulla ceramica apula figurata coeva, è possibile ipotizzare che sul frontone dell’Ara della Regina fosse raffigurata l’apoteosi di Heraklès, dopo la sua incinerazione sulla pira. Infatti gli elementi del frontone oggi conservati comprenderebbero i cavalli, le cui ali alludono all’apoteosi, la parte inferiore della veste di una fanciulla, decorata con motivi stellari e un vaso chiuso: questi elementi sembrano ricordare l’azione compiuta dalle Iadi, le figlie di Atlante, che accorsero a spegnere la pira su cui l’eroe si era gettato dopo aver indossato la camicia intrisa del sangue del centauro Nesso.

Heraklès

Una presenza delle storie di Heraklès nel santuario è del resto testimoniata dalle terrecotte arcaiche, dove sono rappresentate scene delle sue celebri “dodici fatiche” per conquistare l’immortalità (i buoi di Gerione e l’idra di Lerna), mentre l’impronta della significativa presenza dell’eroe a Tarquinia resta impressa nella genealogia eraclide attribuita a Tarconte, elaborata nella tradizione locale.

Per approfondire

http://www.etruscologia.unimi.it/index.php/progetti/80-progetti/88-ara

https://www.academia.edu/22082782/UNIVERSIT%C3%A0_DEGLI_STUDI_DI_MILANO_TARCHNA_IV_TARQUINIA_IL_SANTUARIO_DELLARA_DELLA_REGINA_I_TEMPLI_ARCAICI_a_cura_di

 

Ricostruzione 3D

https://sketchfab.com/3d-models/tempio-ara-della-regina-su-basamento-1306028199bd426e93cddc6861486cd1

 

foto Francesca Pontani

nel prossimo articolo il 19 settembre andiamo a Bassano in Teverina

 

Francesca Pontani* – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guida i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

 

 

 

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