Grandissimo successo per Il Minotauro lo spettacolo nato nel laboratorio teatrale integrato

Grandissimo successo per lo spettacolo nato nel laboratorio teatrale integrato U.O.C. Tsmree Asl Viterbo, Eta Beta Viterbo e cooperativa sociale Gli anni in tasca: “Il minotauro, una storia tra sogno e fiducia, per osare a disegnare un futuro”, diretto da Sandro Nardi, coordinato dalla dottoressa Annalisa Pieri insieme a Chiara Ricci, ha strappato applausi e approvazione.
La storia del mitologico essere dalla testa di toro e dal corpo uomo è nota: un diverso nato dal Toro di Creta e dalla regina Pasifae, feroce e vendicativo, si cibava di carne umana e fu ucciso da Teseo supportato da Arianna, che gli porse il filo per salvarlo dal labirinto. La letteratura lo ricorda nella Divina commedia, nel dodicesimo canto dell’Inferno, dove Dante lo mette a guardia del Cerchio dei violenti.
La magia del teatro, nella riproposizione di Nardi, riabilita la sua figura e ne mostra il lato più umano, evidenziando sin da subito la sua diversità “involontaria”, acquisita per nascita da una scelta di chi lo ha procreato. Una sorta di peccato originale che lo identifica come “innocente colpevole”, isolato da una società che lo vede diverso e si impaurisce, talvolta anche a ragione. E tra teli che volano, luci spettacolari, giochi di specchi e fili che si arrovellano tra i bravissimi protagonisti, arriverà anche il giovane Teseo spinto dalla sua Arianna. Nonostante sia piccolo e impaurito, con un gesto di astuzia riuscirà a mettere al tappeto il Minotauro, che esamine diventerà il trofeo da esibire con gli immancabili selfie, che sconfinano nell’attualità, e la proclamazione dell’eroe. Basterà un gesto, però, un attimo di distrazione di una delle fan di Teseo per risvegliare il Minotauro, che rischia di tornare prepotentemente potente. Ma c’è il colpo di scena, la maschera che ogni persona indossa ogni giorno, che spesso mostra le persone migliori: il Minotauro toglie la sua, che lo rendeva spaventoso e, stavolta, peggiore, e sotto spunta un ragazzo come tutti gli altri, che lascia nello stupore il gruppo, fino a riconoscerlo come parte integrante, dimenticando il diverso, e accogliendolo in comunità.
Una storia che ha lasciato ai ragazzi e al pubblico un insegnamento importante, associato ad una lezione sui tempi e gli spazi del palco, con la consueta recitazione mimica e corporale scelta da Nardi per il laboratorio integrato, che attraverso il gioco e il rispetto dei ruoli insegna e permette la giusta crescita ai ragazzi, primi protagonisti del progetto.
Gli attori hanno ricevuto gli applausi del pubblico, i complimenti del sindaco Arena e dell’assessore Sberna, che ha sottolineato quanto sia importante la vetrina finale di un lavoro che dura l’intero anno e che coinvolge istituzioni e associazioni. Presente anche il dottor Marcelli (direttore unità operativa Tsmree) che ha ringraziato Antonella Sberna per la grande collaborazione e serenità, e Pietro Di Bella (presidente Eta Beta), che ha donato un mazzo di fiori all’assessore pregandola, in quanto mamma, di considerare i ragazzi come suoi figli.
Cala così il sipario sul laboratorio teatrale integrato U.O.C. Tsmree Asl Viterbo, Eta Beta Viterbo e cooperativa sociale Gli anni in tasca, in attesa della prossima ed entusiasmante avventura.

 

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