“Fuori le donne da Palazzo dei Priori”: La discriminazione della donna nella storia viterbese del primissimo dopoguerra

Donatella Agostini

“Fuori le donne da Palazzo dei Priori”: è il nuovo lavoro del giornalista Luciano Costantini, già vincitore del premio giornalistico “Walter Tobagi”, collaboratore de “Il Messaggero” e del giornale on line Tusciaup. «Un titolo un po’ provocatorio per un saggio che getta luce su un periodo complesso della storia viterbese e nazionale, quello all’indomani del secondo conflitto mondiale, quando la parola d’ordine era ricostruire. E la ricostruzione è un’operazione molto più complessa della distruzione operata dalla guerra, che pure ha una sua logica». Parole di Geraldine Mayer, giornalista e scrittrice intervenuta alla conferenza di presentazione del libro, sabato 27 maggio a Palazzo dei Priori. Presente anche Rossana Costantini, che ha letto brani tratti dal volume. «Furono anni complessi quelli che Luciano ci racconta, basandosi su meticolose ricerche di archivio: delibere e documentazioni che non rimangono fredde testimonianze di un’epoca lontana, ma al contrario si fondono nella narrazione di un periodo in cui la priorità era rispondere ad un’emergenza assoluta». Il libro di Costantini prende le mosse da una delibera del Comune di Viterbo del 22 ottobre ’44, appoggiata dalla Prefettura e dal Comitato di Liberazione Nazionale, con la quale è costretto a procedere al progressivo licenziamento del proprio personale femminile. «Siamo in un periodo in cui il lavoro è scarso, lo stesso Comune è in bolletta. Si decide di licenziare le impiegate donne, ma il provvedimento non desta nessuno scandalo: siamo in un’epoca in cui i ruoli uomo/donna sono cristallizzati e vedono l’uomo addetto al sostentamento dell’intera famiglia, mentre compito della donna è l’accudimento della prole e la tenuta del bilancio domestico», aggiunge Luciano Costantini. «Dalla liberazione del giugno ’44 fino al primo intervento politico e finanziario, arrivato da un Giulio Andreotti agli inizi della sua carriera politica, nel dicembre di tre anni dopo, la città di Viterbo vive quaranta mesi tutt’altro che facili». Dalla guerra infatti la città riemergeva devastata dalle bombe alleate, colpita al cuore dalla morte di oltre mille suoi abitanti. «Il provvedimento non può essere guardato con gli occhi di oggi: la nostra epoca, così attenta alla salvaguardia di genere, è quella in cui peraltro le donne continuano ad avere difficoltà di accesso ai palazzi del potere», ha aggiunto Geraldine Mayer. «La delibera della fine del ’44 va inquadrata nel contesto di quegli anni, a riprova della complessità di una ricostruzione che dovette fare i conti con molti fattori, finanziari ma non ultimi fattori storici e culturali. La situazione di Viterbo era comune a quella di tutte le città italiane: parlare di Viterbo equivale parlare dell’Italia del primissimo dopoguerra. Il libro di Costantini potrebbe essere considerato un manuale politico: perché evidenzia la differenza abissale che c’è tra il governare un’emergenza e creare un’emergenza per poter governare». Già autore del volume “Il giorno che accecai il Duce”, Luciano Costantini ci regala dunque un altro prezioso tassello della storia lunghissima della nostra città, una storia che per molti versi attende di essere portata alla luce.

Dove trovare il libro a Viterbo:

Libreria Etruria Libri, via Matteotti, 67
Libreria dei Salici, via Cairoli, 35
Libreria Fernandez, via Mazzini, 87
Libreria Straffi, via Saffi, 133-137

 

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