Dai licei di Roma al Palazzo Sforza di Proceno: la Giornata della Memoria attraverso le fotografie di Terezin

La celebrazione della Giornata della Memoria è una degli eventi universalmente più partecipati e commoventi. Rinnovare il ricordo della tragedia dell’Olocausto e di tutti i fatti collegati, e in questo modo trasmetterlo alle nuove generazioni, è un compito fondamentale per ogni componente di una società civile, qualunque ruolo svolga.
Con queste finalità il Palazzo Sforza di Proceno ospita, proprio dal 27 gennaio, una mostra fotografica dedicata al campo di concentramento di Terezin, situato nella Repubblica Ceca a circa 80 Km a nord di Praga. Come tanti altri luoghi di detenzione, terrore e morte la conoscenza di questi campi e di tutto quello che vi accadde è uno dei momenti fondamentali per fare sì che le giovani generazioni conoscano questi gravissimi errori della Storia, con la speranza che non vengano compiuti ancora.
Alfredo Mariani, fondatore del Museo delle Enciclopedie e curatore della Pentalogia (la serie delle mostre attualmente in esposizione a Palazzo Sforza), docente e fotografo, ha realizzato con gli studenti di un liceo romano una performance artistica che,  partita da Roma, ha visto la sua conclusione nei saloni del monumentale palazzo di Proceno.
I ragazzi hanno posto le immagini del campo di concentramento di Terezin davanti ai loro volti per ricordare e condannare la spersonalizzazione operata dai nazisti nei confronti delle loro vittime, che rappresentò sempre il primo passo di ogni strage. Hanno rinunciato per qualche momento alla loro identità per dare nuova vita alle fotografie dei luoghi del dolore e della tragedia. Il 27 gennaio le fotografie di Terezin sono state esposte, grazie alla partecipazione degli studenti, nelle aule, nelle palestre, nei parchi di Roma. Da qui hanno raggiunto Proceno dove sono state allestite nella stessa sala che accoglie la mostra della pittrice ucraina Irina Budarina.
Non è un accostamento casuale: la Storia oggi ci sta riproponendo, nella tragedia ucraina, lo stesso dolore e la stessa follia della violenza umana espressa dal nazismo.
Una linea simbolica ha congiunto, nel giorno dedicato alla Memoria, le mani degli studenti di Roma, attraverso le quali sono passate queste immagini, alla loro destinazione di esposizione, e cioè il Palazzo Sforza di Proceno. Questi stessi studenti visiteranno il palazzo nelle prossime settimane e potranno tornare a osservare le immagini del dolore, giovani testimoni di quanto accaduto alcune generazioni fa, pronti a trasmetterne il ricordo e la memoria.
“Ringrazio l’amministrazione comunale di Proceno per l’ospitalità che offre a questi progetti culturali e di salvaguardia delle memorie storiche”, dice il Prof. Mariani. “Le immagini di Terezin sono asciutte, quasi asettiche. Nel mio lavoro fotografico non ho voluto sottolineare l’orrore, ma soltanto dare testimonianza di quel luogo.  Non ho voluto fotografare le mura del cortile delle fucilazioni, dove si possono ancora vedere incastrati tra i mattoni i proiettili di piombo che hanno attraversato i corpi umani. Non ho voluto fotografare le forche per le impiccagioni o i luoghi delle torture. Questa rinuncia alle immagini più crude mi ha permesso di portare questa mostra in luoghi che altrimenti non sarebbero stati adatti, come ad esempio le scuole. Con questa mostra ho voluto dare testimonianza dell’esistenza di questo ed altri luoghi dell’orrore, per lasciare poi alle parole degli insegnanti, dei testimoni e degli storici il racconto di ciò che vi è avvenuto”.
Il progetto fotografico “Theresienstadt, Terezin. La Memoria” sarà visitabile presso il Palazzo Sforza di Proceno previa prenotazione alla email profalfredomariani@gmail.com. Sono invitate non soltanto le scuole di ogni ordine e grado e le associazioni culturali ma tutti i cittadini.

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