Confesercenti, Peparello: “Un Natale sofferto anche nella Tuscia ma in tanti vogliono comprare ‘sotto casa’”

Vincenzo Peparello

Il quadro  sul Natale che sarà è stato fornito dal presidente di Confesercenti Viterbo Vincenzo Peparello nella conferenza di fine anno.

I dati esaminati  da Peparello, riprendono l’indagine nazionale riportandola anche sul locale, dagli stessi si evince un’inflazione media mai tanto alta, all’ 8,1 %, bisogna risalire agli anni successivi alla seconda Guerra Mondiale.

l valore dell’inflazione oscilla dal 16% per le famiglie meno abbienti al 7% per quelle caratterizzate da un tenore di vita più alto. Il calo dei consumi, che scandisce la situazione attuale e non è accompagnato dall’aumento dei risparmi, è diretta conseguenza della pandemia e della guerra in Ucraina comportando la perdita di 7,2 miliardi di spesa. Un dato che, nei prossimi tre anni, raggiungerà 22 miliardi; nel frattempo circa 100 mila posti di lavoro sono andati perduti e, secondo le statistiche, circa il 50% delle nuove attività potrebbe chiudere nei primi 5 anni dall’avvio della produzione o vendita.

Lo stesso turismo, un settore che inizialmente sembrava ben riavviato con un incremento di 13 milioni di presenze rispetto allo scorso anno, non riesce a raggiungere i livelli stabiliti prima dell’emergenza sanitaria, complice il caro energia su gas (cresciuto del 767%) ed elettricità (269%). In calo invece il settore alimentare, che perde circa il 7%.

Sul piano locale, la Tuscia viene analizzata in vista del Natale con un calo con un  meno 39%  e una spesa media che  nel 2022  è prevista in 197 euro. L’incremento degli acquisti online si fa sentire nel suo peso: il 22% delle persone nel Viterbese decide di fare compere nei negozi fisici, nel territorio, quelli via web sono il 63%.

Nella top ten delle intenzioni di acquisto per un regalo -secondo il sondaggio di Confesercenti e Ipsos, spiccano i capi d’abbigliamento (44% delle indicazioni), seguiti da libri (40%), prodotti di profumeria (39%), giochi e giocattoli (38%), regali gastronomici (31%), accessori di moda (30%), prodotti tecnologici (25%), arredamento e prodotti per la casa, vini ed elettrodomestici e piccoli elettrodomestici (tutti al 21% di indicazioni). “Inflazione e caro-bollette rendono il Natale un po’ meno sereno, ma gli italiani non rinunciano alla tradizione dei regali”, commenta la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise.Un segnale positivo in particolare per la rete dei negozi italiani di vicinato: tanti vogliono comprare ‘sotto casa’, confermando l’utilità e il ruolo di servizio delle tante PMI del commercio italiano. Imprese che hanno vissuto un autunno difficile, condizionato dall’aumento dei costi e dal rallentamento della spesa delle famiglie”.

Il ritorno allo stare insieme, allo stare a casa è riscontrato nel dato significativo del 74% stimato di popolazione che trascorrerà le vacanze nella Tuscia, senza spostarsi.E’ il bene rifugio di una crisi che fa stringere i denti, soprattutto alla popolazione più fragile.

 

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