Con Fabio Mazza alla scoperta di misteri sepolti e luoghi esoterici della Tuscia

Di Paola Maruzzi

Un viaggio in undici tappe, da Roma a Saturnia, snodato in buona parte nella Tuscia (Monterano, Sutri, Caprarola, Bomarzo, Marta, Capodimonte e Farnese fanno da architrave): è l’excursus tracciato da Fabio Mazza nel suo “Il Viandante Mago” (Medinova), una guida escursionistica sui generis che strizza l’occhio ai misteri dell’antico.

In un momento in cui vecchi sterrati e cammini secolari si fanno sempre più a portata di un turismo smaliziato, l’operazione tentata da Mazza parte da un’angolazione antropologica: “Siamo ancora in grado di stupirci e riconoscere quelli che i nostri antenati consideravano luoghi esoterici?” si chiede l’autore, che però avverte di tenersi “a debita distanza da una certa vulgata sull’occulto circolante in certi ambienti”.

Il libro risponde all’interrogativo offrendo un interessante corollario di siti archeologici (anche minori) legati a forme di sacralità ancora in parte misteriose (la piramide di Bomarzo non è che un esempio). Si tratta di luoghi remoti e figli di religioni sepolte, prime tra tutte il mitraismo: questo culto “gemello” del cristianesimo ha lasciato tracce a Sutri e nell’antica Bisenzio, dove sono tuttora visitabili dei mitrei. “Abbiamo perso l’approccio al sacro, all’antico – spiega Mazza – stiamo vivendo un momento di anti-spiritualità. Ripercorrere questi luoghi significa anche intraprendere un viaggio iniziatico, interiore”.

Oltre a fornire dettagliati consigli su cosa non perdersi in tema di siti “magici”, il libro è costellato da storie e leggende, come quelle delle streghe del bosco di Santo Celso, nei pressi Bracciano, o della caldara di Manziana, considerata dagli etruschi l’antro infernale di Mantus, una divinità che ha impresso il suo calco etimologico anche nella vicina città perduta di Monterano.

Tra grotte, cunicoli e vie cave disperse nella Tuscia, grande spazio è dedicato a quello che per gli etruschi era un vero e proprio ombelico sacro: le selve e le terre che gravitano attorno al lago di Bolsena. Non è un caso che nei pressi dell’antica Volsinii, sul Monte Landro, sono stati trovati i resti di un antico santuario dedicato al Fanum Voltumnae, la divinità ctonia dei tirreni.

Di mistero in magia, Mazza anticipa che il prossimo lavoro vedrà un passaggio di testimone: dopo aver ripercorso i luoghi sacri degli etruschi si andrà alla scoperta dei templari. Questa volta il viaggio partirà dalla leggenda della spada nella roccia di San Galgano, in provincia di Siena, per procedere in dieci tappe dal sapore cabalistico.

 

 

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