Sabato 21 giugno, si è conclusa la manifestazione Beauty and the Built Landscape concepita con incontri, esplorazioni e un tempo servito per immaginare cosa può (e deve) diventare il paesaggio che abitiamo.Memorabile la lectio magistralis di Stefano Polyzoides.
Viterbo vista attraverso gli occhi dei qualificati ospiti che hanno messo a fuoco e apprezzato quelle bellezze che noi che le viviamo spesso non le sappiamo cogliere. Sette giorni intensi. Una full immersion nella quale Beauty and the Built Landscape, secondo il riferito dei partecipanti ha consegnato “Una città che racconta la storia, accoglie il presente e ispira il futuro”. Un paesaggio che non è solo sfondo, ma parte viva dell’esperienza. “Qui ogni pietra parla.”Una bellezza autentica, che ti sorprende passo dopo passo.” “Viterbo è un dialogo continuo tra uomo e natura.”Le definizioni sono degli intervenuti al convegno.
Un incontro in cui la visione diretta dei luoghi ne ha segnato lo sguardo: dall’imponente Abbazia cistercense ai segni lasciati dai Pamphilj, a San Martino al Cimino in cui gli ospiti hanno camminato, osservato, riflettuto: uno sguardo attento sul costruito che dialoga con il territorio, in un equilibrio fatto di tempo, materia e memoria.
Che dire della bellezza scolpita nel paesaggio tra le geometrie perfette e la teatralità rinascimentale di Palazzo Farnese, a Caprarola? Un luogo dove l’architettura abbraccia il paesaggio, lo domina, lo esalta.
I partecipanti hanno attraversato saloni affrescati, giardini all’italiana e scorci che uniscono natura, potere e visione. Un’esperienza immersiva che ha fatto risuonare ancora più forte il cuore del tema del convegno : la bellezza costruita non è solo forma, ma anche intenzione, memoria e meraviglia.
Una tappa intensa, arricchita di storia e ispirazione anche nella mostra fotografica a Palazzo Scacciaricci a Viterbo che ha fatto vedere paesaggi urbani e quotidiani sotto una luce inaspettata. Un evento questo voluto per diffondere il rapporto tra spazio, architettura e percezione estetica.
Con occhi curiosi e taccuini alla mano, il nutrito gruppo di ospiti ha riscoperto come il paesaggio costruito sia un racconto vivo di comunità, identità e visione. La bellezza da noi è ovunque. Basta saperla guardare e giustamente tutelare ed apprezzare. Ma a volte è la noncuranza della narrazione dei luoghi che non educa alla costruzione della storia che si ignora e quindi al rispetto soprattutto da parte di chi certe ambientazioni non le sa fissare con lo sguardo.
Forse questa iniziativa andava maggiormente accompagnata e rafforzata in una comunicazione fondamentale. Solo rimandato all’edizione 2026 con idee, incontri e nuove prospettive. Sguardi che si incroceranno ma che anche s’incontreranno nel riprendere il tema di questa edizione in cui la bellezza costruita non è solo forma, ma anche intenzione, memoria e meraviglia.(S.G.)
Il convegno si è avvalso della direzione scientifica di Antonio Pietro Latini, mentre la coordinazione organizzativa è stata egregiamente curata da Danilo Pasquini.
Comitato Organizzatore:
Emanuele Aronne, Giuseppe Boldrini, Maria Rita De Alexandris, Antonio Pietro Latini, Aurora Montanaro, Danilo Pasquini (chair), Francesca Pietrangeli, Giorgio Saraconi, Yūn Sòng, Loriana Vittori.