Un sogno destinato a continuare o una splendida realtà nascosta appena dietro l’angolo? Interrogativo che non si porrebbe neppure al termine della conferenza stampa che si tiene nella Sala del Rettorato di Unitus. Viene illustrato il progetto di recupero, restauro, riapertura al pubblico della basilica di Santa Maria in Gradi, probabilmente il più eloquente e disdicevole esempio di “opere incompiute” della città. Ci sono i soldi e i ci sono i tempi, che non sono esattamente – o non dovrebbero essere – variabili dipendenti: 8 milioni e 400mila euro complessivi e fine lavori fissata per il prossimo anno. Parola di tutti, o quasi, i responsabili della gigantesca operazione, più volte avviata e portata avanti. Altrettante volte abbandonata nel corso degli ultimi trent’anni.
Sono presenti il Rettore Stefano Ubertini, il suo vice Alvaro Marucci, la direttrice Alessandra Moscatelli, la soprintendente di Archeologia e Belle Arti dell’Etruria Meridionale Margherita Eichberg, il presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici della Camera Mauro Rotelli, il consigliere regionale Daniele Sabatini. In altre parole, i rappresentanti dell’Università, della Soprintendenza e della politica. Una garanzia per immaginare il buon esito dell’operazione.
“I lavori – spiega il Rettore – si svilupperà nell’arco di tre anni e tre stralci per rendere la chiesa uno spazio polifunzionale, cioè luogo di incontro e di studio per gli studenti, dove il personale potrà operare insieme e i cittadini di Viterbo potranno entrare magari per visitare mostre ed esposizioni. Una piazza che di volta in volta potrà trasformarsi in auditorium o teatro. Insomma, uno spazio dedicato alla città. Presto avvieremo il cantiere ed entro la fine del prossimo anno la basilica potrà essere aperta al pubblico”. Ad illustrare le tappe dei lavori è il prorettore Marucci: il primo stralcio dei lavori riguarderà il consolidamento strutturale e una serie di interventi sugli infissi, poi si passerà alla parte edilizia, quindi all’acustica, all’illuminazione, agli arredi. Infine gli interventi di restauro. Anche i soldi saranno scaglionati in tre tranches da 2 milioni e quattrocentomila euro all’anno stanziati dal governo, ai quali andranno aggiunti 1 milione e duecentomila euro messi a disposizione dalla Soprintendenza. Totale, 8 milioni e quattrocentomila euro. La speranza è che finalmente le risorse vadano a buon fine. “Nel ’94 la struttura – ricorda la Soprintendente Eichberg – ha goduto di un finanziamento di ben 10 miliardi di lire per il restauro della chiesa destinata a futura aula magna. Nel 2001 furono spesi oltre tre milioni di euro per le coperture della stessa chiesa e il restauro dei prospetti esterni. Nel 2006 altri interventi che hanno interessato l’apparato decorativo. Poi i lavori sono stati sospesi. E comunque parliamo di tanti soldi”. “A fine mese – precisa ora la Soprintendente guardando invece al futuro – dovremmo chiudere la navata e poi intervenire sulla parte del coro che è scoperta. Per giugno dovremmo aver terminata la verifica di vulnerabilità sismica e nel frattempo andremo avanti con le indagini archeologiche. Entro la fine dell’anno dovremmo appaltare i lavori per il restauro del portico”. “Finalmente – sottolinea Mauro Rotelli – portiamo a casa un altro pezzo del lavoro che abbiamo avviato da tempo. La basilica di Santa Maria in Gradi è una perla che ritorna nel tesoro di Viterbo. Un obiettivo che rientra nella serie di impegni tesi a chiudere finalmente le tante “opere incompiute” che ci sono e di cui la città ha bisogno”.