Arturo Cirillo all’Unione, una continua contaminazione della vicenda di Cyrano De Bergerac

di Luciano Pasquini

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Lo spettacolo esordisce con un monologo del protagonista, al centro del palcoscenico, su una piattaforma circolare illuminata e delimitata da tendaggi scintillanti: un vero intrattenitore che rievoca la propria precoce passione per il teatro. Cyrano, così, smaschera immediatamente la propria predisposizione alla finzione, che è tanto necessità primaria di difendersi dallo scherno per il proprio aspetto fisico, quanto intrinseca vocazione a indossare panni e identità altrui.
Lo spettacolo procede  energico e irriverente, con frequenti cambi di scena che obbligano l’affiatato e infaticabile cast – oltre al protagonista Cirillo, Valentina Picello, Giacomo Vigentini, Rosario Giglio, Giulia Trippetta e Carlo Amleto Giammusso, impegnati in più parti – e rapidi cambi di costumi – lussureggianti e sbeffeggianti trionfi di paillettes.

Lo spettacolo accentua il lato poetico e visionario della vicenda di Cyrano di Bergerac, con rielaborazioni delle musiche originali ed elaborazioni di altre composizioni, da Èdith Piaf a Fiorenzo Carpi. Canzoni orecchiabili, ma non “semplici”. Un teatro-canzone, un modo per raccontare la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso le parole e le note, che spesso smuovono ancor di più i cuori. Come è accaduto giovedì sera all’Unione ancora una volta in sold out. Applausi a scena aperta per gli attori che si muovono tra il pubblico, poi Cyrano omaggia con il suo saluto l’assessore alla cultura Alfonso Antoniozzi, presente allo spettacolo.

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