Ischia di Castro, punto di osservazione dalla Rocca Farnese ritornata ai fasti di un tempo

di Luciano Pasquini*

Ischia di Castro-foto di Luciano Pasquini

L’autunno è il periodo dell’anno che più si adatta al camminare lento e riflessivo, incitando alla visita dei piccoli borghi della Tuscia. In occasione del Festival della Tuscia ho avuto modo di conoscere il  cuore del centro storico di Ischia di Castro, borgo dell’alta Tuscia Viterbese,  da cui si erge il Palazzo Farnese o Palazzo Ducale, chiamata comunemente “La Rocca“. E’ una compatta ed elegante struttura difensiva medievale poi trasformata in residenza signorile. È il più antico edificio della Famiglia Farnese ancora esistente e il monumento di spicco del paese.  è stata inserita nella Rete delle Dimore Storiche della regione Lazio. La passeggiata è con  un passo allentato che lascia spazio all’osservazione. Si è inondati di profumi e tenui colori, e il  silenzio invita a curiosare tra i vicoli silenti di una domenica ottobrina. Questa  bellezza che sollecita stupore a ammirazione  è dietro l’angolo,nemmeno 40 chilometri dalla città capoluogo Viterbo, da dove sono partito. Davanti alla Rocca,  si apre una profonda tagliata nel tufo che raggiunge i fossi sottostanti la rupe, che circondano Ischia, rendendola inespugnabile e raggiungibile soltanto da un ponte levatoio, attraverso la porta denominata “Porta di sopra” detta oggi dell’Orologio. Il fossato nel corso dei secoli, venuta meno la funzione difensiva, è stato riempito con terra di riporto e una piazza antistante l’edificio ne esalta l’imponenza. Attraversando l’arco della porta che immette alla Rocca, lo sguardo è attirato dalla mole cinquecentesca. L’aspetto incompiuto le conferisce una prospettiva a metà tra una rocca e il palazzo. Il restauro delle facciate ha permesso di ritrovare le antiche forme e riaperto una loggia rinascimentale chiusa da secoli. L’apertura de La Rocca, la si deve al grande amore per l’arte e la cutura dell’attuale  proprietario, Stefano Aluffi Pentini, che iaprendo l’antica dimora ha acconsentito ad una buona fetta di pubblico di conoscere ed apprezzare questo splendido tesoro. La fortezza originaria fu costruita nel XIII e fu trasformata in palazzo nel XVI da un progetto attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane. Ischia faceva parte del ducato di Castro, stato sovrano dei Farnese al confine tra la toscana e lo Stato Pontificio. Poi le Api dei Barberini soppiantarono i Gigli dei Farnese con la rottura dei rapporti che erano iniziati con le guerre di Castro e alla sua successiva distruzione.

Lo scalone immette alla sala, dove si terrà il concerto attraversa la loggia rinascimentale, qui la purezza del disegno viene accentuata dalla luce del tramonto. Un’uscita porta a un piccolo giardino pensile, dove un bellissimo albero di “Sophora Japonica pendula”, pianta originaria della Cina con la sua chioma pittoresca, invade tutto intorno a sé una bellissima luce verde, che si sposa con i toni caldi della sera. Sensazioni ed emozioni che unite alla potenza della musica avvalorano la Tuscia come luogo dell’anima.Benvenuti a bordo.

foto di Luciano Pasquini

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* Viaggi, contenuti, immagini per dire “buon compleanno a me!”. Il 13 ottobre saranno 70!

 

 

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