Coltivare l’Arte, esposizione nella maestosità dell’Isola Bisentina

Il Vello d'Oro

Dal 2 luglio fino all’8 ottobre immersi nella maestosità della flora locale si possono visitare tre delle sette cappelle edificate fra XV e XVI secolo sui sentieri perimetrali in un percorso devozionale, che fu meta di pellegrinaggio religioso prossimo alla Via Francigena: la cappella a pianta ottagonale di Santa Caterina attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane e posta su uno sperone di roccia alto 22 metri, che ospita una delle opere site specific‘Sintonie’ di José Angelino, in cui l’artista ci rivela come le frequenze impercettibili ai sensi influenzino la materia; la cappella del Crocefisso o del Monte Calvario, che conserva preziosi affreschi attribuiti alla mano di Benozzo Gozzoli; infine, la cappella di Santa Concordia, anch’essa sede di una delle opere site specificWelcome Wanderer’ di Matteo Nasini, che grazie a un particolare software traduce in musica il passaggio degli astri sopra le nostre teste, donando all’isola una sua vera e propria voce celestiale. La terza opera site specific è Il Vello d’Oro’ di Federico Gori, ubicata intorno a un leccio secolare a sua protezione.

Sintonie

All’interno della Rocchina di Santa Caterina l’artista crea un luogo di connessione con la natura e di sintonizzazione, in cui effettuare una sosta temporale ed essere stimolati a intraprendere un percorso di sviluppo empatico con il luogo stesso. In una fusione fra visibile e invisibile, all’interno dello spazio alcuni dispositivi e sculture rendono manifeste le varie forme di energia, come onde elettromagnetiche, luminose e sonore.

Welcome Wanderer

Un’installazione all’interno dell’oratorio di Santa Concordia, in grado di tradurre il movimento dei miliardi di stelle della via lattea, corpi celesti e meteoriti in transito sopra di essa in composizione musicale automatica. Attraverso il linguaggio universale della musica l’installazione rinnova la tensione spirituale e razionale verso l’alto e sottolinea il comune viaggio di tutta l’umanità verso l’ignoto. L’opera utilizza i dati automatizzati provenienti dal database di mappe stellari GAIA, prodotto dall’ESA (European Space Agency) allineandoli a una specifica coordinata GPS. A partire dal luogo in cui la scultura è posizionata, il software costruisce una retta immaginaria che intercetta idealmente gli astri azionando il gruppo scultoreo che restituisce una sequenza di note e di armonie.

Il Vello d’Oro

Ispirazione diretta è il manto dorato di Crisomallo, l’ariete alato che Ermes donò a Nefele. Partendo da questa suggestione, l’artista immagina il vello d’oro come un elemento sacro capace di curare la “ferita” presente sul “Gran Vecchio” dell’Isola Bisentina, un leccio secolare oggetto dell’opera. Il “manto” è una lamina dorata che riproduce la texture della corteccia naturale, posizionata sopra una struttura in vetroresina plasmata in loco, a diretto contatto con l’albero, in perfetta simbiosi con questo e a sua salvaguardia (opera in copertina).

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