Sagra della Frittella a Tuscania: come vuole la tradizione

frittella

Domenica prossima tornerà a Tuscania la tradizionale Sagra della Frittella giunta alla quarantacinquesima edizione. Questa manifestazione è stata istituita dopo il terremoto del ’71 da un’idea di un illustre tuscanese, il pittore Giuseppe Cesetti che, attraverso la valorizzazione di alcuni dei più importanti prodotti tipici come il grano, l’olio e il cavolfiore, voleva riportare la popolazione alla normalità dopo le sofferenze del sisma attraverso una celebrazione della terra e della vita proprio nel giorno dedicato a Sant’Antonio Abate, il protettore degli animali. Un percorso di tradizione e folklore che continua anche quest’anno per l’interna giornata del 18 gennaio. Alle 9,00 di mattina si inizia con l’apertura della fiera artigianale/artistica.

Verso le 10,00 proprio in Piazza Cesetti, nei pressi del quartiere Ex Gescal, ci sarà il raduno dei butteri a cavallo e del bestiame che, al suono della musica della banda paesana, accompagneranno un carro di buoi che trasporterà una impersonificazione allegorica del Santo. Il corteo attraverserà Via Novara, Via dell’Olivo, Viale Trieste, Via Cerasa, Via Piansano e Via 24 Maggio per poi tornare e fermarsi in Viale Trieste dove verrà raggiunto dagli araldi che, dalla chiesa di Santa Maria del Riposo, trasporteranno fuori la statua devozionale. In questo luogo, “fuoriporta”, avverrà dunque l’incontro delle due rappresentazioni del santo: quella folkloristica e quella religiosa e qui il parroco farà la sua benedizione al bestiame in un momento che, da sempre, è di raccoglimento, ma anche di suggestione e divertimento in particolare per i bambini che potranno portare i propri animali.

Dalle 11.30 in Piazza Italia, anticipando dunque il solito orario a prima di pranzo, “il padellone” comincerà a cuocere le frittelle e, sempre nella stessa piazza, dalle 15,00, l’associazione Euphoria proporrà l’animazione per grandi e per bambini. La manifestazione si concluderà alle 17,30 nei pressi della Porta di Motascide, l’arco di San Marco, con la riproposizione di un altro antico rito della tradizione contadina, l’accensione del grande falò di Sant’Antonio.

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