“Viterbo città universitaria”, firmato il protocollo per l’integrazione tra città e ateneo

di Luciano Costantini

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Un protocollo che è una scommessa: per la sindaca Chiara Frontini, per il rettore Stefano Ubertini, ma soprattutto per la città di Viterbo. Documento che fissa un’intesa tra il Comune e l’Università e che ha come obiettivo finale l’integrazione tra la città e l’ateneo. Più esplicativo e meno banale il sottotitolo dell’avvenimento: “Non Viterbo come città con l’università”, ma “Viterbo città universitaria”. Due passaggi solo apparentemente simili, ma che simili non sono, in quanto c’è una sostanziale differenza tra essere un asset e diventare il fulcro stesso del territorio. La carta firmata nell’Aula Magna di Santa Maria in Gradi dovrebbe essere l’avvio di questa operazione sinergica tra i due enti. Non per niente la sindaca Frontini ha parlato di “momento non formale, ma di primo passo nel progetto più generale di rinnovamento della città. Quello di oggi non è soltanto un atto che mette nero su bianco”. Il Rettore Ubertini ha ribadito una sorta di titolo che l’accompagna dall’inizio del suo incarico: “Viterbo è la città più accogliente, quella ideale per studiare. Che si tratti di un ragazzo italiano che di uno straniero. Il progetto c’è, importante, anzi fondamentale e ora dargli gambe. Serve soprattutto il contributo di tutti i cittadini. Vorrei che essi partecipassero alla crescita dell’università con la stessa passione, direi lo stesso tifo, che si potrebbe mettere in una partita di calcio”. L’aula magna è affollata. Nelle prime file autorità civili, militari ed ecclesiastiche, tra cui il nuovo vescovo Orazio Francesco Piazza. Un’autentica sfida, insomma, alla quale tutti sono caldamente invitati a prendere parte. Nessuna diserzione. L’invito non è peregrino, perché in 44 anni, cioè dalla nascita dell’università della Tuscia, di protocolli ne sono stati firmati. Qualcuno ha dato anche buoni risultati, ma la “Città universitaria” è ancora sulla carta. Comune e Unitus hanno messo assieme un’agenda di interventi che riguarderà i trasporti, la promozione delle arti, dello sport e dello spettacolo, la valorizzazione del patrimonio storico, lo sviluppo economico e sostenibile del territorio. Se cresce l’università crescerà Viterbo e viceversa. “L’obiettivo finale – ha sottolineato la sindaca – è realizzare una città dove si voglia andare a studiare, dove si voglia crescere, dove si possano costruire nuove radici”. Il numero degli studenti – spiega il Rettore – sta crescendo in netta controtendenza rispetto agli altri atenei. E noi siamo più che disponibili a sostenere questo trend. Insomma, ci mettiamo passione e anche risorse: trenta milioni già disponibili per riqualificare e utilizzare vecchie strutture e per edificarne di nuove”. Basteranno?

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