Viterbere: raffinatezza e cultura enologica nel cuore di Viterbo

Diego Galli

Per il nostro nuovo appuntamento dedicato ai locali più in voga, stavolta ci siamo recati da Viterbere. Ad accoglierci nell’elegante e accogliente vineria situata nel pieno centro di Viterbo, nella bella cornice di piazza Unità d’Italia (via Valle Piatta, 5), i due ideatori: Giuseppe Groccia e Stefania Mancini.

I due, rispettivamente esperto enologo e chef, ci spiegano subito che il nuovo locale, inaugurato nel dicembre 2017, è qualcosa di davvero particolare e originale. Oltre all’elegante design, che unisce delle pregiate rifiniture in legno al classico peperino viterbese, Viterbere offre ai propri avventori un’esperienza di degustazione unica, permettendo di assaggiare circa 60 bottiglie di vini ricercati tra rossi, bianchi e bollicine. La carta vincente dei due ideatori è stata quella fornitagli dalle macchine automatiche “Enomatic”: “Grazie a queste macchine possiamo conservare i nostri vini e spumanti anche fino a 30 giorni, mantenendo intatte le loro proprietà attraverso un’immissione controllata di argon e gas alimentare. Ne abbiamo ben sette, una delle quali dedicata completamente alle “bollicine” e un’altra riservata ai vini esteri, attraverso la quale permetteremo ai nostri clienti di assaggiare un Paese del mondo alla volta”.

A rendere il tutto ancora più accattivante, come ci spiega Stefania Mancini – già nota al panorama della ristorazione per l’adiacente “Enotria” – c’è la possibilità di servirsi completamente da soli: “Da noi è tutto automatico. Basta utilizzare la nostra card prepagata, inserirla nell’apposita fessura del macchinario, e selezionare una delle tre misure disponibili, ognuna legata a un prezzo differente”. Una novità davvero interessante, che permette a chiunque di degustare prodotti enologici anche particolarmente raffinati – che possono raggiungere i 300 euro a bottiglia – senza sborsare somme di denaro esagerate. “È bello vedere come da noi si rechi una clientela molto variegata – ci spiegano i due ideatori – Ogni sera è possibile trovare curiosi, esperti o piccoli gruppi di amici giunti per una serata diversa dal solito. L’unica costante è data da un ampio pubblico femminile, forse il più curioso di provare dei vini che difficilmente possono essere reperiti altrove. E siamo molto felici di questo, perché il nostro obiettivo, con Viterbere, era proprio quello di permettere a tutti di degustare vini fuori dal comune”.

Come poi tiene a sottolineare Giuseppe Groccia, le scelte che hanno portato all’apertura del locale sono state ponderate, ma è stata necessaria anche una buona dose di coraggio: “Abbiamo deciso di investire in quest’idea un po’ per incoscienza e un po’ per sregolatezza e per ora siamo molto soddisfatti. Volevamo puntare sulla curiosità, con l’intento di infondere anche una cultura enogastronomica e affinare i gusti del pubblico e Viterbo ci sembrava una città pronta per tutto questo, come poi ci ha dimostrato”.

Dalla Francia al Libano, passando per il Canada, il locale del centro permetterà ai propri clienti di assaporare il mondo da un punto di vista enologico. Ogni sapore, è inoltre accostato a piatti ad hoc, come dei “finger food” di qualità a basso costo che hanno lo scopo di esaltare ogni degustazione. Non mancano anche dei panini, altre specialità, con carne di chianina fresca o porchetta di lepre, taglieri di salumi e formaggi e piatti che variano di settimana in settimana. Come tiene a precisare Giuseppe Groccia, non si può venire a Viterbere in cerca di noccioline e patatine, il locale ambisce ad altro e vuole distinguersi in quanto a originalità.

Guardando al futuro, i gestori del locale attendono la bella stagione: “Abbiamo in programma di inserire altri macchinari, abbiamo già lo spazio pronto. Creeremo anche un padiglione esterno, che riprenderà il design del locale e, più avanti, daremo spazio a qualche tipo di evento, così da far avvicinare ancora di più le persone alla cultura enologica”. Non cambieranno, invece, i posti a sedere, che non aumenteranno di troppo: “Il locale non è dotato di un’impostazione adatta a tutti. Il 75% dello spazio è nato per un pubblico in piedi e non seduto. La musica è soffusa e di solo accompagnamento, perché tutto nasce intorno a un tavolo, che si tratti di business o sentimenti. La tranquillità è d’obbligo”.

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