Visto da noi/Hollywood su Netflix è un godibile omaggio al vecchio cinema

di Nicole Chiassarini

Hollywood è la nuova miniserie ideata e prodotta da Ryan Murphy, disponibile sulla piattaforma streaming Netflix.L’abbiamo annunciata in fase di partenza ed ora ve la esponiamo.

Realizzata in sette episodi di circa un’ora ciascuno, la serie è ambientata nella Hollywood all’epoca d’oro, successivamente la Seconda Guerra Mondiale, quando lo studio system dettava le regole del cinema americano. Ma in questo caso Murphy riscrive la storia e dà risalto al sogno americano, quello che, se ci si impegna, si può ottenere ciò che si desidera.

Fin da subito la trama riporta a fatti e a personaggi storici, ma si concentra principalmente su un gruppo di persone, quattro giovani attori, uno sceneggiatore e un regista, che aspirano ad entrare in quel mondo fatto di macchine da presa e splendide scenografie, cercando di mostrare i loro desideri, speranze e offrendo la chance alle minoranze dell’epoca di farsi valere. In una lotta contro chi manipola la loro diversità, i giovani vengono accomunati da una sceneggiatura, Peg, che tratta di una donna il cui sogno era di diventare una star di Hollywood, ma che fini per suicidarsi buttandosi dalla scritta sul Monte Lee.

La trama è molto interessante e riesce ad intrattenere con facilità lo spettatore. Anche se in alcuni punti tende a divagare troppo, la storia risulta godibile, anche grazie alla sua breve durata. Il regista, presente e attento a molti dettagli, riesce a rendere omaggio alla Vecchia Hollywood, quell’enorme meccanismo capace di far sognare.

La chiave di Hollywood sta nell’infrangere le regole: nella storia raccontata da Murphy, i protagonisti, per poter sopravvivere e realizzare i propri sogni all’interno della società hollywoodiana, devono necessariamente infrangere delle regole e quindi sfidare tutti i tabù e le false credenze imposte da schemi rigidi all’interno dell’intrattenimento. La stessa sigla è una metafora di quello che è lo scopo della miniserie, una lunga e faticosa scalata su Hollywood per dimostrare con fermezza le proprie capacità e abbattere tutte le barriere culturali, rendendo giustizia a tutti gli addetti ai lavori discriminati o sminuiti.

In una scena l’aspirante regista interpretato da Darren Criss afferma: “Se cambiamo il modo in cui vengono realizzati i film, possiamo cambiare il mondo”. È esattamente in questa frase che è racchiusa la mission di Hollywood di Ryan Murphy, ovvero mostrare come attraverso un mezzo potente come quello del cinema, con un’operazione meta-cinematografica, sia possibile trasmettere valori di giustizia sociale, uguaglianza, femminismo e molto altro. Tutto questo il regista lo crea anche attraverso dei tratti distintivi ed eccentrici che da sempre caratterizzano tutti i suoi lavori.

Dal punto di vista prettamente tecnico, la miniserie è molto ben fatta. I costumi rendono appieno l’idea del contesto storico in cui ci si orienta, ma trasudano sfarzosità, elemento tipico della direzione di Murphy, così come la scenografia, quasi interamente all’interno degli enormi stage degli studios, che non ha paura di mostrarsi oltre gli schemi della Hollywood di quell’epoca. Anche gli attori riescono perfettamente ad integrarsi nel contesto, rendendo le loro performance molto piacevoli ai fini della storia. I dialoghi, seppur ancora in inglese e non doppiati a causa della chiusura degli studio di montaggio, sono perfettamente scorrevoli, abbinandosi alla singolare sceneggiatura.

Questa volta la piattaforma streaming Netflix ci ha offerto un universo alternativo, mai esistito e che probabilmente non esisterà mai. Ma il punto di forza di Hollywood è la volontà di andare contro quel pessimismo che rischiamo di ritrovare continuamente lungo la nostra strada, e mostrare una via d’uscita per poter tornare a sognare. D’altronde non è questo lo scopo della settima arte?

 

E a tutti voi che amate il cinema Vi consigliamo di ascoltare PopcornNews! la nuova rubrica di Radio Unitus

 

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