Vera Risi,una passione per la Tuscia e il privilegio di comunicare le emozioni

di Donatella Agostini

Se nasci all’ombra di un vulcano addormentato e sornione come il Vesuvio, sulle sponde di un golfo dal fascino disarmante come quello di Napoli, non puoi rimanere insensibile alla bellezza. Non puoi non ereditare tratti squisitamente partenopei come la curiosità, la verve, la grande comunicativa. Vera Risi, nata a Napoli, ha fuso questi tratti con le competenze professionali, e oggi vanta un curriculum di tutto rispetto nell’ambito della comunicazione. «Comunicare è il mio mestiere, nel senso più semplice e immediato del termine, cioè rendere comune, far conoscere, far sapere. E’ questo il senso di tutto il mio agire. Da sempre». Vera è giornalista, scrittrice, guida turistica e appassionata di teatro. Dopo la laurea in Scienze Politiche all’Istituto Orientale di Napoli e un master a Roma, Vera ha scritto per testate prestigiose come “D di Repubblica”, “Cosmopolitan”, “Glamour”, “Il Fatto Quotidiano”, “L’Unità”. È stata coautrice di saggi dedicati ai vari aspetti della comunicazione: “Tre Punto Zero”, “Bazar Cultural Brand”, “Tecniche di comunicazione creativa”. Attualmente è condirettore dell’innovativa testata on line Rewriters. Da qualche anno ha scelto di vivere sulle rive del lago di Bolsena: ancora il richiamo dei vulcani, seppure sommersi dalla dolcezza delle acque. La passione per il suo territorio d’adozione l’ha spinta a frequentare un corso per guida turistica. «Mi sono entusiasmata per la bellezza storica, artistica, architettonica, per il fascino mistico che la Tuscia sprigiona. Continuo a scrivere e a fare la giornalista, ma organizzo anche visite guidate, trekking, escursioni per raccontare ai visitatori questo territorio come merita».

Dalla serenità della sua casa immersa nella natura, Vera Risi parla dei modi in cui declina oggi la sua passione per la comunicazione, a partire da Rewriters, un progetto culturale prima ancora che editoriale. «È un progetto che ci piace definire rivoluzionario», racconta. «La sua forza vincente è nell’aver arruolato straordinarie firme della cultura contemporanea e di averle mescolate con menti giovani ed effervescenti, cioè i nostri lettori più acuti, in grado non soltanto di esigere approfondimento, ma anche di offrire una visuale alternativa». Tra i blogger di Rewriters figurano firme eccellenti come Massimo Arcangeli, linguista e critico letterario; Aisha Cerami, figlia di Vincenzo Cerami e autrice frizzante e arguta; la Sora Cesira, l’eclettico personaggio che fa una seguitissima satira politica e sociale sui social; Cathy La Torre, avvocato che si batte per la tutela dei diritti umani; la giornalista scientifica Beatrice Curci, che scrive per Repubblica e Rai Tre, e molti altri. «Abbiamo poi tantissime giovani firme dal piglio brillante e caustico, sconosciuti che però fanno di Rewriters una testata fresca, scattante, in grado di planare sulle varie tematiche in modo dinamico e leggero». Perché nasce Rewriters? «Nasce dal bisogno di riscrivere il contemporaneo a partire dalla cultura, che negli ultimi anni è stata un po’ messa da parte. Dobbiamo restituirle il ruolo fondamentale di costruttrice del futuro», continua Vera. «La società non ci piace? Invece di criticarla senza proporre alternative, come negli ultimi tempi ci siamo un po’ tutti abituati a fare, con Rewriters vogliamo riscrivere la realtà come piace a noi. Quello di Rewriters è un pensiero mai ostile, inclusivo, rispettoso, che vuole evitare gli stereotipi, i cliché, e naturalmente tutti i pregiudizi». Il progetto comprende anche una web radio, ReRadio, curata dal critico musicale e speaker storico Ernesto Assante, e un magazine mensile proposto con stampa on demand. «Il magazine vanta copertine di pregio, come le prime due realizzate da Sten e Lex, artisti italiani di street art, e ha un formato tascabile che diventa anche un libro, perché i suoi contenuti sono pensati per rimanere nel tempo».

Il giornalismo è soltanto una metà del cuore professionale di Vera Risi: l’altra metà, da qualche tempo, è occupata dal turismo. Da quando, romana d’adozione e sposata a un romano, veniva nella Tuscia per lunghi weekend. «Facevamo le classiche gite fuori porta e ci siamo perdutamente innamorati del lago di Bolsena. Cercavamo di strappare le ore pur di rimanere qui ancora un po’, e così alla fine abbiamo fatto una scelta di vita: lasciare la città e venire a vivere sul lago». Come guida turistica, Vera organizza eventi che emozionino l’escursionista e che creino una comunione tra lui e il territorio. E con la passione che la contraddistingue, ha fatto conoscere la Tuscia anche con la parola scritta: nel 2013 ha scritto un romanzo per Ghaleb Editore,“Il respiro del dono”, ambientato nella Tuscia e finalista al premio “Città di Assisi” con la motivazione di aver saputo cogliere e valorizzare lo spirito del territorio di riferimento. «Era nato come semplice guida, poi è diventato un romanzo che si snoda nella Tuscia e un’occasione per raccontarla. Riuscire a farla riscoprire a chi ci è nato e vissuto mi fa immensamente piacere. Lo faccio con tutta l’umiltà di chi viene da fuori, ma che proprio per questo riesce a cogliere subito la sua unicità, questo suo connubio straordinario tra bellezza naturalistica, storica e sacralità. Passeggiando in questi borghi si respirano tutti i secoli di storia che li hanno attraversati, ed è questa la loro forza». Chi viene da fuori ha la capacità di sorprendersi per i tanti punti di forza del nostro territorio, ma anche di evidenziarne obiettivamente le criticità. «Nella Tuscia non ci sono grandi poli di attrazione, piuttosto piccole e interessanti realtà che hanno un bisogno indispensabile del territorio circostante. Non si riesce a capire del tutto che soltanto facendo rete possono valorizzarsi veramente: manca ancora la convergenza di iniziative e di idee, la capacità di promuoversi in modo identitario e unitario». Fiducia reciproca, esaltazione dell’insieme: valori che tornano quando Vera ci parla anche della sua esperienza con la storica compagnia teatrale “La Piazzetta” di Valentano. «Sono onorata di far parte di una compagnia che ha saputo creare una vera e propria cultura teatrale nei valentanesi. Recitare è un modo per comunicare in modo diretto, corporeo; insegna ad affidarsi all’altro, a condividere tutti insieme le emozioni. Di questi tempi è importantissimo».

Come tutti quelli che hanno vissuto in più luoghi, Vera Risi ha lasciato in ognuno di essi un pezzetto di sé. «Mi sento molto napoletana, molto romana e anche molto viterbese» conclude sorridendo. «In tanti mi chiedono come fa una donna nata in riva al mare ad amare tanto il lago. Io amo il lago di Bolsena, proprio per le caratteristiche che lo avvicinano al mare, ma che lo rendono anche diverso: quest’acqua straordinariamente dolce, che non mi lascia il sale addosso… questa accoglienza nella sua circolarità, che mi fa sentire protetta… non come il mare che mi offre l’infinito davanti agli occhi. Per sentirsi di un territorio basta amarlo, e per amarlo non bisogna necessariamente esservi nati. È sufficiente avere la sensibilità, l’apertura di cuore e di mente per capirlo».

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