Un tempo il lavoro della terra era per conto terzi, i contadini lo svolgevano per le grandi famiglie di proprietari terrieri per cui la terra non era solo la fonte della maggior ricchezza nella prima Europa moderna, ma anche una fonte di potere di status sociale. Oggi sono tanti i giovani che anche senza tradizioni alle spalle guardano alla terra unendo alla scelta di vita quella qualità che spinge a ritornare alle produzioni sane.
Valerio Cerci di anni ne ha 37 a Grotte Santo Stefano ci vive, ci è cresciuto e ha da pochi anni creato una azienda agricola che si chiama Il Chicco d’oro, la sua coltivazione principale sono i legumi (noi lo abbiamo scoperto grazie alle lenticchie e alla citazione del marchio di provenienza fatta dalla chef Stefania Capati).
E’ interessante approfondire, lo cerchiamo …Conosciamolo attraverso le risposte alle nostre domande.
Come nasce questa scelta, da una tradizione contadina, da una passione propria. ha recuperato i terreni di famiglia?
Questa scelta nasce da una mia passione per la campagna e, dalla consapevolezza che è veramente difficile trovare alimenti coltivati senza l’uso di fitofarmaci o diserbante, perciò recuperando alcuni terreni di famiglia li ho destinati ad una coltivazione il più naturale possibile.
Quando esattamente nasce l’azienda Il Chicco d’oro?
L azienda nasce ufficialmente nel 2013, ma già in precedenza aiutavo i miei genitori nella gestione di un piccolo vigneto.
Ha scelto la Teverina, Grotte Santo Stefano perché c’è di casa?
Grotte S Stefano è il luogo dove sono nato, è un paese con un antichissima tradizione agricola, perciò è luogo ideale per ricreare antichi sapori
Il luogo è una posizione ideale per la produzione agricola?
Diciamo che le nostre zone sono caratterizzate da terreni di varia tipologia, tutti si prestano alle coltivazioni, sta all’agricoltore individuare le colture migliori in base alla tipologia di terreno
Produce anche altro, ad esempio l’olio extravergine di oliva?
Si, ma solamente per il fabbisogno della famiglia
Sente l’esigenza di migliorare e diversificare il prodotto, di valorizzare e tutelare le eccellenze del territorio e di introdurre tecniche di coltivazione moderne?
Diciamo che la diversificazione del prodotto è fondamentale onde evitare un eccessivo sfruttamento del suolo, di notevole importanza è anche l’introduzione di tecniche di coltivazione moderne anche se, non è sempre semplice o possibile.
Pensa col tempo ad espandere il suo progetto?
Assolutamente si, un progetto che tenda a riscoprire prodotti coltivati in maniera sana e più naturale, cammina di pari passo insieme ad altri amici agricoltori di Grotte, ognuno con dei prodotti particolari, la passione condivisa ci ha permesso di far nascere l’associazione Consorti Ferenti, una associazione attiva per la promozione del nostro territorio e dei suoi ottimi prodotti
La produzione come gira nel territorio. Chi fornite?
Al momento nel territorio forniamo alcuni negozi, punti vendita che cercano di raccontare i prodotti nella loro tipicità e anche direttamente ai privati che accogliamo sempre con grande piacere
L’azienda di quanti ettari dispone?
L’ azienda al momento gestisce una superficie di ettari 10 circa, alcuni di proprietà, altri in affitto
Il futuro è pensato di grandi sfide con una gestione agronomica e moderna dell’azienda?
In progetto ci sono grandissime sfide, in primis l’ampliamento aziendale ma la politica agricola nazionale è però molto orientata al supporto dei grandi produttori e, purtroppo noi piccoli non veniamo considerati, questo va a minare la capacità di una azienda di dimensioni più limitate ma ben intenzionata di crescere
Con l’associazione Consorti Ferenti si potrebbe sviluppare un discorso di rete?
Nell’associazione siamo in 5, l’obiettivo potrebbe essere quello di consorziarci, l’unione fa la forza, del resto il nostro paese è leader europeo per l’interesse delle nuove generazioni per il lavoro in campagna. Gli under 35 hanno portato profonde innovazioni con attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agri asilo, ma anche l’agricoltura sociale, l’agri benessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Ecco ci piacerebbe iniziare un cammino comune che ci porti ad essere pienamente nel sistema, con professionalità ma anche con una maggiore sicurezza economica. Significherebbe pure dare un valore aggiunto ai nostri territori. Speriamo. Vediamo, ce la stiamo mettendo tutta.
A fine chiacchierata abbiamo scoperto che per il giovane Valerio il ritorno alla terra è diviso tra passione e natura. La vita rurale permette non solo di essere padroni della propria produzione, ma in generale regala un tempo estremamente prezioso fatto di riscoperte di antiche tradizioni, di curiosità e sicuramente di cibo più sano e genuino.
Valerio Cerci come quei giovani che tornano alla terra sono coloro che fanno più green l’agricoltura. E forse con Consorti Ferenti mettono anche pace alla diatriba antica tra Grotte Santo Stefano e Viterbo rendendo la Valle della Teverina un corpo unico in piena dinamicità.
Se volete conoscere i prodotti dell’azienda Il Chicco d’oro e saperne di più dei Consorzi Ferenti, andate a fare una visita a questi giovani di buone promesse:
Salimbeni Manuel ,Troscia Alessio, Fulvi Claudia, Ramacciani Gabriele, Brugnozzi Claudio, Simone Di Giorgio per la parte vinicola































