Valentina Tescari, una giovane donna “in campo”

di Nicoletta Di Luigi

Le specie di Crocus sono originarie di tutto il mondo; dall’Europa centrale e meridionale, all’Estremo Oriente e all’Asia, ma mai avremmo pensato di trovarne traccia a Vitorchiano, ai piedi del monte san Valentino, dove una giovane Valentina Tescari, riconosciuta anche come esperta di foraging, produce il crocus nella sua nuova azienda agricola.
Rappresenta quella generazione dell’imprenditoria rosa con tante prospettive contestualizzate in un mondo che guarda al presente ma con l’occhio già posto sul futuro. Una giovane donna determinata, da sempre vissuta in campagna, anche se le sue esperienze lavorative passate riguardano tutt’altro. Però nel sangue tracce di agricoltura ci sono sempre state, come ci racconta, a partire dai suoi bisnonni che avevano un’azienda agricola a Latina. Nata e cresciuta a Viterbo, a circa 23 anni ha deciso di acquistare un piccolo terreno nel quale tre anni fa ha dato vita alla sua avventura.

Il genere crocus racchiude al suo interno circa 80 specie diverse. La sua coltivazione quali ne include?

Solo uno, quello da cui si ricava lo zafferano: il crocus sativus. In realtà, questo crocus è frutto di una selezione millenaria, è sterile, quindi per la sua sopravvivenza è necessario l’intervento umano. Anche per questo motivo in molti luoghi è andato perso. Fortunatamente oggi questo tesoro è stato riscoperto e rivalutato.

Quando e come avviene la semina?

La semina avviene tra metà agosto e metà settembre. Io da brava viterbese lo semino dopo Santa Rosa, il 3 settembre, data che nella nostra città rappresenta la fine delle vacanze estive e l’inizio di una nuova stagione lavorativa.

Oggi lo zafferano rappresenta il prodotto di punta della sua azienda?

Sì, ma è affiancato dalla lavanda e dal fiore della Tuscia… Il fiore di finocchio selvatico. Preciso “selvatico” perché le piante dalle quali viene raccolto sono autoctone, già presenti sul terreno da tempo. Queste e altre aromatiche, come la mentuccia romana, il timo, la melissa, vengono in parte trasformate in prodotti di più facile consumo (meringhe, biscotti, cioccolato). Un modo per far sì che anche i più pigri e golosi possano sentire il sapore di questo territorio.

In questo periodo siete in fase di fioritura e di essicazione. Particolarmente belle sono le varietà bicolori e celesti la cui fioritura è quasi simultanea. Poi la commercializzazione del prodotto… Come viene sviluppata?

Il colore del fiore dello zafferano è un bel viola profondo, anche i petali vengono essiccati e consigliati per decorare le pietanze. La commercializzazione, anche a causa della pandemia, avviene per buona parte online. Altri canali importanti, e sicuramente adeguati a questa tipologia di prodotti, sono enoteche, ristorazione e grazie alle ultime tendenze vengono richiesti anche come bomboniere.

Di fronte all’invecchiamento della popolazione agricola l’Ue sta intensificando gli sforzi per incoraggiare i giovani a diventare agricoltori. Si sente appagata della sua scelta?

Ovviamente sì. È un lavoro che spazia dalla produzione alla commercializzazione… Fa viaggiare e conoscere nuove interessantissime realtà. Ovvio, è faticoso e ogni giorno ci si trova a studiare nuove strategie e a risolvere problemi che il più delle volte diventano nuove opportunità. Di sicuro non ci si annoia…

Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ha detto: “Più donne in agricoltura con l’estensione delle agevolazioni”. Sente che questo stia avvenendo? Si sente protetta o cosa serve per sentirsi più forte?

Il solito problema italiano è la burocrazia che rallenta ciò che in realtà ha bisogno di essere mandato più velocemente. Detto questo, sconsiglio di mettersi in gioco a chi punta solamente alle agevolazioni, quelle da sole non bastano. Ci vuole ingegno, impegno e un gioco da pilota, dove si frena prima della curva, ma si accelera follemente una volta dentro… Penso si debba ponderare bene nei minimi dettagli un’idea che può essere anche folle, ma una volta partiti non si deve avere paura.

E’ coinvolta in progetti di miglioramento del rendimento e della sostenibilità dell’azienda, pensiamo alle condizioni agronomiche e ambientali connesse a una modernizzazione dell’agricoltura?

Assolutamente sì. Ora ci troviamo in un momento meraviglioso sotto certi aspetti. Abbiamo il sapere antico che corre indietro fino alla notte dei tempi, abbiamo nuovissime tecnologie che la ricerca continua a migliorare. E la consapevolezza di ciò che è dannoso, che “tanto” e “bello” non sono sempre un bene. Nel mio piccolo, facendo consociazione e rotazione nella coltivazione, non uso fitofarmaci e nel mio oliveto crescono una varietà infinita di spontanee. Se nel mondo si dice: “Yes We Can”, lo dico a modo mio: “Se po fa!”.

Ci sono giovani che non si fanno tarpare le ali così facilmente. Nemmeno nel pieno della crisi economica, Valentina giovane donna pure mamma di una dodicenne,  ha sempre creduto in questo settore e ci crede tutt’ora. La sua forza? Non farsi scoraggiare dalla crisi e non lasciarsi distogliere dal realizzare il suo obiettivo. Avvinta da una grande passione: l’amore per la sua terra. La soddisfazione più grande è quella di continuare una tradizione senza vanificarla in un territorio, quello della Tuscia, che non ha nulla da dover invidiare ad altri territori. Il futuro per Valentina è qui ed è già iniziato.

  

https://www.facebook.com/azienda.agricola.tescari/

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