“Uno nessuno e centomila”: Pirandello a Sipicciano

Per la stagione Teatri in movimento Il Teatro Null, Officina culturale della Regione Lazio- I porti della Teverina, propone all’Ecomuseo di Sipicciano,sabato 9 alle ore 21,15, in prima assoluta, “Uno nessuno e centomila” nell’adattamento della Compagnia “Teatro delle condizioni avverse” di Poggio Mirteto.
E’ l’ultimo romanzo di Pirandello e fu da lui lungamente elaborato e meditato, all’incirca per un quindicennio. Pirandello definì “Uno, nessuno, centomila” il romanzo della scomposizione della personalità. L’unità della persona, per Pirandello, si scompone, si disgrega nelle centomila immagini che il soggetto offre agli altri di sé. L’io non è affatto uno, è un flusso di percezioni mutevoli, un insieme di frammenti che cambiano di minuto in minuto. Il romanzo comincia da una banale osservazione della moglie che il marito ha il naso storto. Come mai non se n’è mai accorto? Moscarda, il protagonista, chiede conferma a un amico se davvero avesse il naso storto. Non ne ricava una risposta certa, ma il dubbio ormai ha cominciato a scavare dentro di lui. Se mai, prima, aveva notato quel piccolo difetto fisico, chissà quanti altri aspetti della sua personalità, noti agli altri, gli saranno sfuggiti: “credevo di essere un Moscarda col naso dritto, mentre ero invece per tutti un Moscarda col naso storto”. E’ l’avvio di una crisi d’identità, un male dai risultati potenzialmente devastanti. Il rimedio a questa crisi sarà narrato dal protagonista nel seguito del romanzo: l’abbandono del suo ruolo sociale, il rifugio in una vita di natura, primitiva. L’io di Moscarda si dissolverà col procedere del romanzo in un lento ma inesorabile processo di sparizione. Il risultato del guardarsi allo specchio è la follia, la dissociazione di chi si scopre contemporaneamente uno, nessuno, centomila. La classicità di Pirandello viene qui proposta, in modo ironico, un complesso gioco di ruoli imposti e auto imposti che governa la società ed i rapporti umani. Una narrazione serrata. Un viaggio nella nobile città di Richieri, dove il signor Moscarda si divertirà a scomporre e a distruggere tutti i suoi sosia che vivono negli occhi degli altri. Chi siamo veramente? Siamo capaci di vedere chi siamo, distinguendo la nostra immagine da quella che gli altri vedono di noi? E se fosse troppo tardi per essere autentici? E se fossimo ormai per sempre quelli che gli altri ci chiedono di essere? “Una realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere: e non sarà mai una per tutti, una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile”.
La regia e l’adattamento sono di Andrea Maurizi, in scena Emiliano Valente e due illustri manichini che smascherano i difetti veri e presunti di personaggi e spettatori. Info: 3471103270.

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