E’ sempre un privilegio poter accedere ai laboratori di restauro delle opere d’arte. Sono luoghi per addetti ai lavori e studiosi, varcare quella soglia apre al visitatore un mondo inaspettato, e permette di entrare in contatto ravvicinato con le opere d’arte e con i restauratori, primi attori del recupero dell’opera. Il Prof. Giorgio Capriotti restauratore ci accompagna nella visita al cantiere di restauro del Polittico del Balletta, la sua descrizione forbita e attenta ci fa intuire quanto lavoro e quanto studio si celino dietro l’intervento, dalla cura nei materiali da usare, che non devono essere invasivi e devono dare la possibilità di essere rimossi, alla perfetta conoscenza della storia e delle tecniche seguite all’epoca. Francesco D’Antonio detto il Balletta pittore Viterbese poté formare il proprio stile assimilando suggestioni dalla pittura senese e da quella umbro-marchigiana, Del tutto immune dalle novità che andavano contemporaneamente affermando presso i maggiori maestri fiorentini, Francesco restò un attardato interprete delle correnti tardogotiche ancora in voga a Viterbo, città in cui la pittura mostrò a lungo un atteggiamento di conservazione delle forme tradizionali. Nel 1441 eseguì per la chiesa di S. Giovanni in Zoccoli a Viterbo il polittico con la Madonna con il Bambino tra i SS. Pietro, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Paolo, che è l’unica sua opera firmata e datata oggi nota. Nel Polittico si innesta la vena narrativa della predella che, nel caratterizzare vivacemente gli atti miracolosi dell’evangelista Giovanni, rivela la propria radice provinciale. I visi dipinti da Francesco si assottigliano verso il mento. Gli occhi sono disegnati con precisione geometrica. Le sue figure tengono la testa leggermente piegata e guardano discretamente nella direzione opposta. I troni sono decorati con intarsi cosmateschi. Il Bambin Gesù tiene in mano un uccellino.
La visita al cantiere del restauro del Polittico del Balletta è una occasione ghiotta da non perdere. L’intervento nasce, della collaborazione tra La Diocesi di Viterbo e la Fondazione Carivit, che aprono ai visitatori, con accessi gratuiti nel rispetto della normativa anti Covid..
Il punto di incontro è presso il Centro Culturale della fondazione a Valle Faul 22,24 . Le visite si terranno il secondo e terzo venerdì del mese, da ottobre a febbraio 2021 con due visite giornaliere alle ore 10.00 e nel pomeriggio alle ore 16.00, la durata della visita è prevista in circa quarantacinque minuti. E’ obbligatoria la prenotazione
Per informazioni: segreteria@fondazionecarivit.it