Tuscia in pillole. Qua e là tra sacro e profano

di Vincenzo Ceniti*

CRISTINA.  NON SOLO  BOLSENA

Lasciamo stare i “Misteri”, la Collegiata di Bolsena, l’altare del Miracolo e le varie tribolazioni che ha dovuto patire la povera Cristina. Ci interessa stavolta ricordare alcune sue presenze fuori di Bolsena. A Strasburgo nel Musée des Beaux-Arts troviamo una tela di grandi dimensioni di Francisco Zurbaràn che raffigura Cristina con un elegante abito seicentesco di linea severa, arricchito da veli e ricami. Nella mano destra mostra la freccia del suo martirio, mentre la sinistra tiene il libro che rappresenta la legge divina. A Palermo alcune sue reliquie sono raccolte  in una sontuosa urna d’argento custodita nella cattedrale. Non solo. All’ingresso del porto è collocata una sua statua cinquecentesca; un’altra si trova nella piazza barocca dei Quattro Canti. Addirittura le hanno intitolato una parrocchia nel quartiere Borgo. Nell’Oratorio del Rosario adiacente alla Vucciria si trova perfino una pala di Anton Van Dyck con la Santa implorante accanto alla  Vergine. Cristina è venerata anche in Germania e in Finlandia. Torino le ha intitolato  una chiesa nella centrale piazza San Carlo nel cui soffitto si distendono nove riquadri del primo Settecento di Antonio Mari sulle vicende del martirio. A Quinto di Treviso si trova una tela di Lorenzo Lotto con Madonna in trono con i santi Pietro, Girolamo, Liberale e Cristina. Un olio su tela tardo cinquecentesco del veneziano Jacopo Negretti (detto Palma il Giovane) è appeso nei Musei Civici Eremitani di Padova che raffigura Cristina seminuda nell’ultima parte del martirio trafitta dalle frecce. Cristina anche a Bologna. Nella Pinacoteca Nazionale è collocata una tavola trecentesca di Pseudo-Jacopino di Francesco raffigurante la martire trafitta dalle frecce da un personaggio barbuto che potrebbe essere il prefetto Giuliano.

 

IL VERDI DI SBRICOLI                                                                                                 

A Viterbo, in piazza Verdi, accanto all’edicola, si fa vedere un pregevole busto di Giuseppe Verdi (nella cover) eseguito nel 1904 (circa) da Silvio Sbricoli (1894-1911). Venne restaurato nel 2013 per interessamento del Touring Club dai tecnici del Laboratorio di Restauro della Provincia di Viterbo Linda Bernini, Dino Paparoni e Anna Tozzi sotto il coordinamento dell’allora direttrice Paola Sannucci. Purtroppo il busto continua  ad essere esposto agli agenti atmosferici, ai gas di scarico delle auto e agli escrementi dei piccioni che ne compromettono la lucentezza.  Sarebbe utile spostarlo in altro sito, ad esempio sotto il portico del vicino palazzo Santoro.

 

PONTE MORANDI  ANCHE NELLA TUSCIA

Riccardo Morandi (1902-1989), ben noto ingegnere cui è legato il ponte di Genova, è stato il progettista intorno alla metà del secolo scorso del ponte sul Renale lungo la strada Barbarano Romano-Monte Romano che fu collaudato nel 1954.  L’opera venne  sostenuta da un finanziamento della Cassa Centro Nord per le zone depresse. La nuova infrastruttura e la strada misero in collegamento la Cassia con l’Aurelia. Il ponte ha una lunghezza di 75 metri, 36 di altezza, 40 metri di luce e 10 metri di larghezza. E’ costato 35 milioni di lire. Morandi si laureò  alla Sapienza di Roma in ingegneria nel 1928 all’età di 23 anni. Oltre a quello di Genova, fu progettista, tra gli altri,  del gigantesco ponte di Maracaibo lungo oltre 8 km, del Vespucci di Firenze e del Paul Sauer Bridge di Città del Capo uno dei più alti del continente africano.

PIRANDELLO A SORIANO NEL CIMINO                                                         

Luigi Pirandello soggiornò  con la moglie Antonietta Portulano ed i figli Stefano, Fausto e Lietta per alcune estati negli anni Dieci del Novecento a Soriano nel Cimino dove scrisse due novelle  “Suona l’epistola” e “Rondone e rondinella” ed alcune poesie. Nel primo racconto parla di un giovane suddiacono Tommasino Unzio che abbandona il seminario per una vita mistica e contemplativa a stretto contatto con la natura che lo porterà a morire per “un filo d’erba”. Nell’altro Pirandello descrive in dettagli intriganti l’amore clandestino di due amanti che d’estate si ritrovano a Soriano nella villetta presa in affitto dal farmacista del posto. Nelle due novelle il “paesello di montagna” entra a pieni mani nella scena con la piazzetta, la farmacia, le case patinate dalla storia, il castello, il campo di tiro a segno ed altro. Pirandello trasforma anche in poesia taluni pensieri rivolti ad un bosco di castagni (Pian della Britta), ad un ulivo e ad uno stormo di uccelli. Riportiamo la poesia Pian della Britta che è tra l’altro trascritta su una lastra di travertino che si vede lungo la strada che da Soriano nel Cimino scende a Canepina. Riportiamo il primo verso ben noto per la suggestiva metafora delle foglie che fanno il rumore del mare.

Pian de la Britta, che fragor di mare
fan questi tuoi castagni alti e possenti!
Ma l’ombra, sotto, qua e là di rare
luci trafitta, ire non sa di venti,
e tra tanto fragor sospesa pare

La lastra di Pian della Britta

 

PUCCINI  IN MAREMMA                           

Giacomo Puccini arrivò in Maremma per la prima volta nel dicembre 1896, a ridosso delle feste natalizie. Alloggiò a Capalbio ospite di don Mauro Collacchioni (un latifondista del posto) e della moglie donna Maria de Piccolellis per partecipare ad alcune battute di caccia di cui il maestro lucchese,  come si sa, era particolarmente appassionato. Fece anche una escursione a Tuscania per visitare tra l’altro la chiesa di San Pietro. Dopo il successo di Bohéme al Regio di Torino (1° Febbraio 1896) diretta da un giovane Arturo Toscanini, Puccini era diventato un uomo noto e importante e per questo meritevole di far parte di vari “salotti bene”. E quello del Signore di Capalbio, peraltro deputato nel collegio di Bibbiena, era piuttosto accogliente anche per l’avvenenza della nobile e bella padrona di casa. Cacciatore sì, ma anche “tombeur de femmes”.

 

 

 

L’autore*

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

 

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