Tuscia in pillole. Ottobre 1962. A Orte Giovanni XXIII, a Viterbo Segni, a Civita Folchi

di Vincenzo Ceniti*

L’auto con il presidente della Repubblica Antonio Segni in via Ascenzi a Viterbo
L’auto con il presidente della Repubblica Antonio Segni in via Ascenzi a Viterbo

Il 4 ottobre 1962, festività di San Francesco, il pontefice Giovanni XXIII (1958- 1963) compie un pellegrinaggio in treno a Loreto ed Assisi ad invocare la Madonna e San Francesco per il successo del Concilio Vaticano II che avrebbe solennemente aperto la settimana dopo. Il convoglio formato da otto vagoni (messo a disposizione della Presidenza della Repubblica) parte dal Vaticano alle ore 6,30 e dopo le stazioni dell’area metropolitana di Roma, attraversa quelle di Orte, Terni, Foligno, Spoleto ed Ancona, in ognuna delle quali si ferma per alcuni minuti. Ad Orte arriva alle ore 8,17 con la stazione gremita di fedeli che gridano “Viva il Papa”. Sosta di 3 minuti e saluti del pontefice dal finestrino.

Tre giorni dopo, domenica 7 ottobre, il presidente della Repubblica Antonio Segni (1962-1964) viene a Viterbo per inaugurare il monumento in piazza della Rocca al III Reggimento Granatieri di Sardegna realizzato dallo scultore viterbese Francesco Nagni. Il presidente è accompagnato dal ministro degli Esteri Giulio Andreotti. Dopo l’inaugurazione assiste in via Marconi ad una sfilata militare e a Mezzogiorno partecipa alla Messa celebrata dal vescovo Adelchi Albanesi nella Cappella Palatina di Palazzo dei Priori. Aperitivo in Comune e pranzo ufficiale in Prefettura.

L’11 ottobre di quell’anno si inaugura a San Pietro il Concilio Vaticano II, con un lungo corteo di prelati che sfila in piazza San Pietro. Dalle ore 9 per dieci minuti suonano tutte le campane di Roma. Alle ore 12 si celebra l’Angelus con diretta TV. E’ passato alla storia il saluto del papa, a tarda sera di quel giorno, dalla loggia della Basilica a migliaia di fedeli, il cosiddetto discorso della luna. L’evento religioso non registra a Viterbo echi particolari. Il vescovo Albanesi alla vigilia della sua partenza per la sessione d’apertura del Concilio, celebra una Messa “augurale” in Cattedrale.

A Viterbo tra i più convinti assertori del Concilio è don Angelo Gargiuli (allora vice parroco di Santa Maria Nuova) che anima una serie di incontri per commentare la nuova visione della Chiesa e favorisce la stampa di varie pubblicazioni sul tema. C’è interesse per le modifiche territoriali delle Diocesi interessate alla Tuscia viterbese. In quell’anno Adelchi Albanesi è titolare della Diocesi di Viterbo-Tuscania, Luigi Boccadoro di quella di Montefiascone-Acquapendente, Luigi Rosa di quella di Bagnoregio.

Nel capoluogo le prime Messe in lingua italiana, dopo quella storica di Paolo VI  nel 1965, si celebrano a partire dalla fine degli anni Sessanta con altari precari (spalle a quello maggiore) e  sacerdoti  impacciati, fronte fedeli, a gestire movimenti liturgici tra ampolle, pissidi, calici e cibori. Diffusi gli audio dal vivo con coretti, chitarre e batterie. Tra i titoli degli spartiti, i più gettonati sono “Pace a te, fratello mio”, “Alleluja”, “Santo, Santo, Santo” “Io con voi”, “Voglio ringraziati”, Queste “ Messe beat” (così venivano chiamate) riscuotono grande consenso soprattutto tra i giovani.   

In quel 1962 la città dispone di due squadre di calcio iscritte al campionato di Prima Categoria: l’US Viterbese allenata da Bela Kovacs e l’AC Viterbo (nata dalla fusione con il Tuscania) allenata da Osvaldo Mainella.

Al Teatro romano di Ferento si rappresentano in estate due commedie di Plauto: Anfitrione (con Arnoldo Foà) e Truculentus vietato ai minori di 18 anni. (biglietto di ingresso lire 500/600).  Molto vivace la tradizionale Festa dell’Uva con stand nel centro storico. Viene eseguito al teatro Unione il Requiem di Verdi. La “Macchina di Santa Rosa” è quella di Angelo Paccosi.

Sempre nel 1962 il ministro del Turismo Alberto Folchi inaugura la nuova sede dell’Ente Provinciale per il Turismo in piazza dei Caduti. La città ospita la cerimonia delle Stazioni fiorite del Lazio. Si apre in via Roma l’Accademia Britannica, per iniziativa del prof. Ausonio Zappa. A Bagnoregio (sindaco Teofilo Colesanti) il Genio Civile assegna i lavori per il nuovo ponte di Civita (costo 30 milioni di lire) che verrà inaugurato nel 1965 alla presenza del ministro del Turismo Alberto Folchi e di Bonaventura Tecchi, autorevole sostenitore dell’iniziativa.

Orte Papa
Giovanni XXIII alla stazione di Orte

 

 

Il ministro del Turismo Alberto Folchi inaugura il nuovo ponte di Civita
Il ministro del Turismo Alberto Folchi inaugura il nuovo ponte di Civita

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        

L’autore*

ceniti

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

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