Tuscia in pillole. Ciuf Ciuf, Viterbo-Roma                                                                        

di Vincenzo Ceniti    

                                                                  

  1. E’ l’anno della inaugurazione della ferrovia Viterbo-Bracciano-Roma Trastevere realizzata in due anni, record impensabile ai giorni nostri, malgrado il buon esempio del nuovo ponte di Genova.

I lavori iniziarono infatti nel 1892. Anche allora le solite raccomandazioni da parte soprattutto della famiglia Odescalchi e di Tommaso Tittoni che si batterono per un percorso adiacente al lago di Bracciano, dove i principi avevano il castello e vasti terreni. I Tittoni, anche loto proprietari di estesi i possedimenti terrieri in quelle zone, favorirono ad Anguillara la costruzione della stazione a cinque chilometri dall’abitato per consentire il carico dei loro raccolti, così come a Crocicchie dove fu prevista una fermata addirittura in aperta campagna.

Qualche dato tecnico: inizialmente 88 km, (compresa la diramazione Capranica-Ronciglione), di cui 31 km in curva e 2,65 in galleria; 17 tra stazioni e fermate (dalla stazione di Roma Trastevere a quella di Viterbo Porta Romana), 34 case cantoniere e 58 caselli. Sei  gallerie, 14 viadotti e ponti principali e 252 opere d’arte minori. Con la creazione (1911) della nuova stazione di Trastevere che diventò la stazione di testa, e il diretto raccordo con Termini, i chilometri salirono a 95 e le stazioni e fermate a 28.

Alla fine degli anni Novanta giunsero l’’elettrificazione, l’automazione e l’ammodernamento fino a farne una linea di tipo suburbano/metropolitano di Roma, con conseguente raddoppio di 23 km di tracciato, compresi fra le stazioni di San Pietro e Cesano. Nello stesso periodo furono aperte le stazioni di Valle Aurelia, dove è possibile lo scambio con l’omonima stazione della linea A della metropolitana di Roma, e quella di Appiano (entrambe nel 2000). L’ultima stazione aperta in ordine cronologico è stata Quattro Venti (nel 2006), contestualmente ai lavori di raddoppio del restante tratto di 3 km tra Trastevere e San Pietro.

Ma torniamo Viterbo. Le cronache raccontano che l’inaugurazione della stazione ferroviaria di Porta Romana del 29 aprile 1894 con l’arrivo del primo treno da Roma fu un evento eccezionale che avrebbe dovuto preludere al prolungamento della linea fino a Siena (che però non si fece mai). Così era almeno nelle aspettative di tutti, in primis del sindaco di Viterbo di allora Giuseppe Bazzichelli a capo di una giunta composta da Clemente Carletti, Crispino Borgassi, Giuseppe Contucci e Giovanni Petroselli.                                                                                                                                        Alla cerimonia assistette una grande folla di ogni ceto sociale, dai ricchi ai popolani (come si scriveva allora) assiepati sulle due tribune allestite nel piazzale antistante alla stazione. Il treno trainato da un locomotiva a vapore partì da Trastevere alle ore 7 del mattino per arrivare a Porta Romana intorno alle ore 12,40 (stop prolungato a Ronciglione per la “refezione”). Bandiere e festoni tricolori, inno reale, applausi, evviva, discorsi, curiosità, qualche polemica,  buffet e pranzo predisposto e servito dal “Cav. Vincenzo e F.llo Schenardi” (simpaticamente conosciuto come Cencio) che si tenne alle ore 16, come da colorito invito, probabilmente a Palazzo dei Priori.

Ecco la “Distinta” (non si chiamava ancora menu) con commensali tutti seduti in posti prenotati: Ostriche del Fusaro, Zuppa Nazionale, Pasticcini alla Torinese, Trota, Spigola, Dentice alla Reale, Filetto di Bue alla Veneta, Spongato (tronchetto di gelato), Asparagi trifolati al burro, Palanche allo spiedo, Insalata Russa, Pasta Margherita, Forme gelate alla crema e frutti, Caffè, Liquori. Vini: Bianco Viterbo-Chianti, Capri bianco, Madera, Spumante, Spitalieri, Carponè.                                                                                                                                                 

Il treno ripartì per Roma alle ore 19. Dal giorno seguente, 30 aprile 1894, il biglietto di andata e ritorno marcava lire 6,50. Viterbo aveva già un’altra linea ferroviaria realizzata nel 1886 che la collegava ad  Attigliano. Ma la Viterbo-Roma aveva tutt’altro appeal per i viterbesi. Nel 1889 un imprenditore di allora realizzò nel palazzo Grandori appena edificato a Viterbo in piazza della Rocca un Grand  Hotel con attrezzature termali  che ebbe però scarso successo. Le previsioni di sviluppo commerciale, turistico e termale che le due ferrovie avrebbe dovuto favorire non si verificarono.

 

                                                                                        

Nelle foto, la stazione di Porta Romana (Collezione Galeotti) e l’invito alla cerimonia di inaugurazione con il menu del pranzo.

L’Autore

Console di Viterbo del Touring Club Italiano. Direttore per oltre trent’anni dell’Ente Provinciale per il Turismo di Viterbo (poi Apt). È autore di varie monografie sul turismo e di articoli per riviste e quotidiani. Collabora con organismi e associazioni per iniziative promo-culturali. Un grande conoscitore della Tuscia.

 

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