E sono tredici. Tredici edizioni che hanno visto – e che vedranno ancora – Soriano nel Cimino palcoscenico di un premio consegnato ogni anno a personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e dell’informazione per serietà, professionalità e competenza. Ma anche determinazione, coraggio e inventiva. Come Pietro Calabrese appunto, al cui ricordo il premio è dedicato. Una lunga carriera trascorsa in gran parte al Messaggero, di cui fu anche direttore responsabile dal 1996 fino al 1999, prima di approdare – sempre come direttore – dapprima alla Gazzetta dello Sport e successivamente a Panorama.
In piazza Vittorio Emanuele II si sono vissuti momenti di grande emozione, grazie all’intuizione del giornalista Antonio Agnocchetti, ideatore e responsabile del premio, conferito anche quest’anno a donne e uomini che hanno collezionato successi e riconoscimenti nel mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport e del giornalismo, guadagnandosi un posto nel cuore degli italiani e scrivendo pagine importanti della storia dell’Italia.
La manifestazione, come al solito, è stata condotta dai giornalisti Giuseppe Di Piazza e Valentina Caruso, ma la star della giornata è stata senza dubbio Leonardo Bonucci, circondato al suo arrivo da una marea di ragazzini festanti. “Sono riuscito a fare quello che sognavo da piccolo – ha detto – grazie all’impegno e alla determinazione. Ora voglio godermi la famiglia, ma in futuro ho un altro sogno: quello di fare l’allenatore”.
Una fetta particolare della manifestazione è stata dedicata alla Lazio con la confessione del ministro Andrea Abodi (che era presente) di avere il cuore biancoceleste. Poi con la premiazione di Giancarlo Oddi, che ha raccontato alcuni aneddoti di quella meravigliosa, ma purtroppo maledetta Lazio, che vinse lo scudetto nel 1974. E infine con l’arrivo sul palco di Massimo Maestrelli, figlio di quel Tommaso che guidò quella compagine alla vittoria. “Aveva carisma e forza gentile – ha detto – e grazie alla sua introspezione psicologica seppe tenere insieme un gruppo di ‘matti’. Io cerco di portare avanti i suoi valori nel suo nome”.
Sono poi stati premiati – per quanto riguarda lo spettacolo – l’attrice Monica Guerritore, già commendatore della Repubblica, per l’impegno profuso nelle arti e nella cultura; il produttore cinematografico e discografico Domenico Procacci (che non era presente perché impegnato a New York); il regista e sceneggiatore Enzo G. Castellari; il chitarrista, arrangiatore direttore d’orchestra Pinuccio Pirazzoli; lo scrittore sceneggiatore e autore televisivo Giancarlo Governi.
Premi anche ai rappresentanti della stampa: il riconoscimento è andato ai giornalisti Daniele Dallera, responsabile sport del Corriere della Sera; Monica Giandotti, conduttrice di programmi giornalistici Rai di successo; Guy Chiappaventi, inviato di cronaca giudiziaria del tg La7 e scrittore; Camilla Mozzetti, cronista del Messaggero.
Il clou è stato però rappresentato dallo sport, dove la parte del leone l’ha fatta – com’era ovvio che fosse – il calciatore viterbese Leonardo Bonucci, per la straordinaria carriera ricca di trofei (su tutti la coppa ai campionati europei del 2021 con la Nazionale) e di ben nove scudetti con la sua Juventus. Sono stati anche premiati Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute; i direttori sportivi Piero Ausilio dell’Inter e Giovanni Sartori del Bologna; Giancarlo Oddi, uno degli artefici dello storico scudetto della Lazio nel ’74.
Infine, due premi alla memoria: il primo, come già detto, a Tommaso Maestrelli; il secondo a Ernesto Assante, storica firma di Repubblica, tra i giganti della critica musicale, definito il giornalista del rock.
Foto di Massimo Luziatelli































