Sigfrido Junior Hobel: l’importanza di raccontare ed esprimere l’amore per la Tuscia

di Giulia Marchetti

Storico e figlio d’arte, Sigfrido Junior Hobel è un giovane talento originario di Napoli che ha scelto la Tuscia come terra d’adozione per esprimere al meglio il connubio tra la sua formazione accademica e la sua passione per la cinematografia. Sulle orme del padre Sigfrido Senior E. F. Hobel (storico d’arte e scrittore bestsellerista), Sigfrido Junior ha conseguito una Laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte all’Università Federico II di Napoli. Attualmente continua la sua attività di ricerca storica, unita alla libera professione di videomaker su contenuti di tipo naturalistico, storico-artistico e culturale.

Lasciamo a lui la parola….

Nella semplificazione di sé, come si definirebbe?

Potrei definirmi uno storico dell’arte e archeologia che ama fare trekking alla scoperta di luoghi ameni e inesplorati, per apprezzarne visivamente e al tatto la natura armonica, misteriosa e ancestrale. Trasferirmi a Bomarzo nel 2019, è stata una scelta consapevole, maturata dopo aver esplorato per un po’ di tempo le bellezze della Tuscia, sempre accompagnato dalla mia telecamera e da Fenrir, il mio fedelissimo cane huski.  Rimango di fatto uno studioso, un ricercatore indipendente, un naturalista, con il pallino per la documentazione visiva.

L’attività di esplorazione, studio e riprese audiovisive di siti archeologici della Tuscia ha dato vita a Project Tuscia, con quale obiettivo?

L’idea, fortemente mediatica, è quella di  dare vita a un portale web autofinanziato, con lo scopo di mettere a disposizione, di altri studiosi e della collettività, i frutti del mio lavoro di ricerca e documentazione.

Possiamo quindi dire che Project Tuscia ha un valore scientifico ma anche sociale?

Sono ben consapevole dell’importanza sociale di mettere in condivisione il proprio lavoro intellettuale per contribuire ad una crescita culturale collettiva, che sia di tipo scientifico/settoriale o meramente informativa. Uno strumento fluido nato per testimoniare le ricchezze archeologiche, storiche e paesaggistiche della Tuscia,che  ha sollecitato nel lungo raggio un interessante traffico organico correlato a ricerche internet sul turismo culturale.

Com’è strutturata la fruizione di Project Tuscia?

Il sito è organizzato come una libreria virtuale che contiene video, articoli, notizie estratte da libri, materiale settoriale o specializzato, oltre a informazioni di facile consultazione e di tipo divulgativo. Riporta collegamenti ad altri siti web correlati, oltre a nominativi di studiosi locali con i loro relativi contatti.

Qual è la documentazione più accattivante, sul piano interattivo e multisensoriale?

Sicuramente  è rappresentata dalla fotogrammetria di alcuni monumenti, siti  o costruzioni antiche, come la Piramide Etrusca di Bomarzo, il Tempio di Demetra a Vetralla, la Tomba Orioli di Castel D’Asso, solo per citarne alcuni. Si tratta di una ricostruzione fotogrammetrica di queste testimonianze del passato che permette uno sguardo tridimensionale dei monumenti, che possono essere esplorati visivamente, come fossero degli oggetti, con una semplice rotazione del mouse. Invece, per i siti che consentono un ingresso attraverso porte o cavità, la fotogrammetria dà una esperienza visiva ancora più immersiva, un vero viaggio nel tempo.

In che modo il sito contribuisce nella sua professione?

Sono sempre stato appassionato di cinema e immagini in movimento, e il portale mi ha permesso di sperimentare nuovi modelli audiovisivi più panoramici, brevi e narrati dal linguaggio musicale. L’ausilio talvolta del drone ha rafforzato l’esperienza visiva del campo lungo, offrendo prospettive aeree più coinvolgenti e meno esplorate. Nuovi format che hanno attirato l’attenzione di quanti, sia nell’ambito pubblico che privato, hanno iniziato ad interessarsi ai miei progetti.

Come si è evoluta la sua produzione artistica?

Inizialmente ero interessato soprattutto a riprendere siti archeologici, circondati dalla natura, facendo parlare le immagini, la musica e brevi note didascaliche. Successivamente si è unito l’elemento umano che ha aperto una nuova forma di narrazione del territorio, non più legata soltanto alla sua rappresentazione eterea e ancestrale. Le nuove produzioni audiovisive hanno infatti iniziato ad attualizzarsi al mondo d’oggi, con reportage e interviste a particolari personaggi locali.  È quindi nato il progetto Incontri nella Tuscia che ha già prodotto diversi docufilm, girati nella Tuscia, con un format cinematografico.  L’intento è quello di narrare il territorio attraverso la testimonianza di conoscitori ed esperti delle nostre ricchezze locali. A tal riguardo una interessante collaborazione è nata con la Carovana Narrante, un gruppo di narratori di comunità che lavora per riportare in scena antichi mestieri e tradizioni, tra racconti, poemi e canti.  Gli strumenti  audiovisivi  ne preservano  la memoria storica.

Quali sono i canali  aperti per veicolare il progetto oltre la Tuscia?

A livello europeo, grazie ad una collaborazione con Francesca Ceci, archeologa presso i Musei Capitolini, dopo un primo viaggio ad Amburgo per la presentazione di alcuni lavori in ambito archeologico, si è aperto un rapporto con la rete degli Istituti di Cultura Italiana in Polonia. A Cracovia, nell’ambito di un convegno sulla Tuscia, ho presentato un docufilm sulle vie cave.

 Quali invece  i prossimi progetti?

In verità hanno sempre e comunque a che fare con il magnifico territorio della Tuscia  e la sua narrazione. Sia che si tratti di comunicazione d’impresa , rassegne d’arte,  convegnistica ma anche il recupero delle tradizioni popolari come recentemente l’evento Tuscia in Fiore, l’accento è posto sempre sul patrimonio storico-artistico e culturale della Tuscia, da promuovere e valorizzare. Project Tuscia  ha a cuore temi come la sostenibilità ambientale , proiettandosi su narrazioni visive a sostegno di progetti sociali ed ecosostenibili.

E’ recente pure la pubblicazione di un libro?

Sì, si tratta del mio primo libro Il Guerriero Belva, edito Stamperia del Valentino. Ripercorre la natura animalesca e ferina dell’uomo che, partendo dalle culture arcaiche degli antichi Germani, si è in qualche modo propagata anche nelle civiltà più evolute, fino a giungere ai nostri tempi.

Il desiderio che vorrebbe realizzato…

Vedere il mio portale replicato in altre parti d’Italia. Un “viaggio” intorno al nostro Paese alla portata anche di chi un luogo lo sogna o semplicemente non lo conosce. Un desiderio fattibile, lavorando  con le amministrazioni locali capaci di cogliere il valore nobile del progetto che ridisegna  la mappa delle comunicazioni interpersonali, senza limiti e non più basate sul legame della vicinanza, bensì su quello del collegamento in rete, al servizio di una collettività più ampia . Per saperne di più, pronto a parlarne.

 

https://www.projecttuscia.com/https://youtube.com/c/ProjectTusciahttps://www.facebook.com/projecttuscia/https://www.instagram.com/invites/contact/?i=1a9qckgeip37r&utm_content=43mx2l2projecttuscia@gmail.com

 

 

 

 

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