Sergio Giangiuliani: “Tutto è cambiato con l’arrivo di Capponi”

di Alfredo Boldorini

Sergio Giangiuliani

“Tutto è cambiato con l’arrivo di Capponi”. Sergio Giangiuliani, storico magazziniere dei biancorossi, racconta come ha cambiato pelle il Monterosi in questi ultimi anni. Dai campetti in terra battuta del comprensorio viterbese al San Nicola di Bari, all’Angelo Massimino di Catania, al Renzo Barbera di Palermo. Piazze che hanno visto il grande calcio. La serie A.

Come si è avvicinato Sergio Giangiuliani al Monterosi?

Sono entrato in società 26 anni fa con il presidente Bruno Bernardini. Facevamo la prima categoria. Giocavamo contro il Caprarola, il Vignanello. Era un altro tipo di calcio. Era un altro tipo di campionati. Quando è arrivato Luciano Capponi la prima frase che disse fu ‘voglio andare nei professionisti’. All’inizio ero molto scettico. Pensavo ad una frase ad effetto buttata là. Come fanno in tanti appena si insediano. Sotto sotto, però, facevo il tifo affinché questa profezia si avverasse. Col passare del tempo, con la vittoria dei vari campionati, prima l’eccellenza, poi la serie D il sogno è diventato realtà. Di una cosa sono certo: la fortuna del Monterosi è stata incontrare sulla sua strada Luciano Capponi.

Perché il Monterosi non è seguito dai suoi tifosi?

Perché manca la cultura calcistica. Questa è un’occasione più unica che rara. Il Monterosi tra i professionisti. Abbiamo avuto servizi televisivi sulle tivvù nazionali, pagine riservate sui maggiori quotidiani italiani ma alla gente non interessa. Tutte le domeniche assistiamo al tifo organizzato delle altre squadre, gli spalti gremiti o quasi, i supporters assiepati in curva. Quando noi giochiamo in casa, invece, la curva è vuota mentre in tribuna ci sono sempre poche persone. Lo ha ribadito tempo fa anche lo stesso presidente Capponi.

Chi è stato il giocatore più forte che ha vestito la maglia biancorossa?

Ogni categoria ha avuto un protagonista a mio giudizio. Dalla prima categoria all’eccellenza quello più forte è stato sicuramente Stefano Maestà (tra l’altro vice di D’Antoni prima dell’esonero NDR). In serie D mi è sempre piaciuto Costantini sia come centrale di centrocampo che di difesa. Quest’anno voto Di Paolantonio, un giocatore di spessore, tecnicamente molto forte.

Ed invece quello che ti ha deluso?

Ce ne sono parecchi ma non è bello fare i nomi. Ne sono passati diversi, arrivati in pompa magna e poi per varie problematiche, hanno salutato senza incidere troppo.

Capitolo allenatori: chi sono stati i tuoi preferiti in questi 26 anni?

 Fino all’eccellenza Frasca. Poi Dado D’Antoni, quello che ci ha portato in serie C.

E Menichini?

Menichini è un grande allenatore, ha un curriculum importantissimo ma è arrivato da poche settimane. Lo conosco poco. Ha il merito di aver raddrizzato una situazione che si stava mettendo male.

Gli allenatori che hanno fallito?

Ce ne sono tanti. Ricordo Alberto Savino. Ma quella fu una stagione tribolata culminata con la retrocessione.

Che effetto ti fa entrare negli stadi dalla porta principale?

Un bell’effetto. Prima da tifoso della Roma seguivo la squadra in curva tra l’altro a Catania, Palermo, Bari, Messina. Adesso grazie al Monterosi entro dall’ingresso principale. Una grande emozione.

Alfredo Boldorini

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