La devozione magnificata dalle arti. Custodisce l’immagine sacra della Madonna del miracolo
Il XVI° secolo rappresenta il periodo storico caratterizzato dalla comparsa dello stile c.d. barocco, una corrente culturale post rinascimentale, che esprime un’esuberante impronta artistica, associando spiritualità e materialismo.
Nella Tuscia Viterbese, territorio dei Papi, un’opera che non può di certo passare inosservata è la Chiesa della Madonna del Ruscello a Vallerano , meta di pellegrinaggi sin da prima della sua edificazione.
L’etimo Ruscello, da cui deriva il titolo mariano attribuito alla raffigurazione sacra, identificava specificamente l’area fondiaria periferica di quel tempo, nella cui campagna scorreva un piccolo corso d’acqua, dove nelle immediate adiacenze era collocata un’esedra con l’effige della Vergine con bambino, affresco del XV° secolo in fase di ammaloramento, il quale, durante il suo risanamento grafico, avvenuto nel 1604, si rende protagonista di un episodio miracoloso, riconosciuto dalla Chiesa Cattolica.
L’avvio dei lavori di costruzione del Santuario avviene nel 1605, grazie alle risorse economiche derivanti dalle offerte dei numerosi pellegrini, alla volontà degli abitanti, del parroco di Vallerano e della famiglia Farnese, al tempo nobili di Vallerano.
Nonostante le difficoltà tecniche riscontrate, a causa del terreno paludoso e sfaldabile, l’opera viene terminata nel 1609, ad eccezione della cupola, che troverà allocazione nel 1620.
La facciata della chiesa si impone maestosa agli occhi dei visitatori, l’interno della medesima si presenta a navata unica, affreschi, dipinti, marmi ed alabastri impreziosiscono il Santuario, caratterizzato dalla presenza di un organo a canne decorato con elementi in legno magistralmente intagliatoriconosciuto come uno dei più grandi organi barocchi d’Italia, suonato anche da Handel.
Gli architetti Rosso, Benazzini, Barozzi da Vignola, Chainnequiau, lo scultore Marconi, il pittore Bastioni, gli artisti Vibani, Chiucchia, Brusi, Diotallevi, Ercoli, Roncalli (detto il Pomarancio), per citarne alcuni, sono coloro grazie ai quali oggi possiamo ammirare questo gioiello artistico ed architettonico ispirato dalla fede religiosa cattolica.
La consacrazione del Santuario porta la data del 10 Dicembre 1724, con una cerimonia officiata dal Vescovo Monsignor Francesco Tenderini.
L’edificio è stato interessato da importanti lavori di restauro in due occasioni, con interventi di consolidamento strutturale e trattamenti protettivi delle superfici,volti ad evitare danni dovuti in particolare alla presenza di fenomeni di risalita capillare delle acque piovane.
Foto di Silvio Sorcini.
La Madonna col Bambino del XV secolo
In una piccola cappella, ai margini di un ruscello nei pressi di Vallerano, era affrescata un’immagine della Madonna col Bambino del XV secolo, deteriorata dal tempo e quasi irriconoscibile.
Il parroco, Don Vittore Petrucci, incaricò il pittore Stefano Menicucci di restaurarla.
Secondo la tradizione, il 5 luglio del 1604, mentre l’artista con una bacchetta di legno passava la cera sulle labbra della Vergine, da queste iniziò a sgorgare una vena di sangue.
L’evento ebbe grande risonanza popolare, e l’attuale tempio fu costruito, a suo eterno ricordo, su progetto di Jacopo Barozzi da Vignola, tra il 1604 e il 1609 proprio sul punto ove era accaduto il prodigio.
L’autore*
Laureato in Giurisprudenza. Appassionato di arte e cultura, è iscritto al corso di laurea triennale in Scienze dei Beni Culturali L-1 presso l’Università della Tuscia di Viterbo.