San Giovenale abitato etrusco sul Vesca

di Francesca Pontani*

L’insediamento antico di San Giovenale sorge nell’Etruria meridionale interna, su un pianoro tufaceo delimitato da strapiombi formati dall’erosione dei corsi d’acqua, primo fra tutti il Vesca.

La morfologia e le possibilità di comunicazione furono fattori determinanti per la collocazione del sito all’incrocio tra un’antica via che dalla costa porta all’interno e una via di collegamento propriamente interna.

 

Il vescovo di Narni

La località prende il nome attuale dai resti murari di una piccola chiesa del VI secolo situata sul pianoro e consacrata a San Giovenale, che era stato vescovo di Narni.

 

Contenebra o Cortuosa

Il nome antico dell’insediamento non ci è noto, ma potrebbe identificarsi con una delle due città qui menzionate dallo storico Livio, Contenebra o Cortuosa, distrutte dai Romani nel 388 a.C.

 

Un abitato etrusco

Dagli anni ’50 del Novecento, San Giovenale è stato oggetto di indagini archeologiche da parte dell’Istituto Svedese di Studi Classici a Roma. Questo sito fu scelto perché, contrariamente alla maggior parte degli insediamenti etruschi, era ben conservato.

All’inizio di queste indagini si conosceva ben poco degli abitati etruschi, e fu proprio l’indagine archeologica svolta qui a San Giovenale a contribuire ad una migliore conoscenza di aspetti della vita quotidiana etrusca fino ad allora poco conosciuti.

 

La sequenza cronologica

Il primo insediamento dell’acropoli risale al periodo Neolitico. Nella tarda età del Bronzo e nell’età del Ferro (1200-700 a.C.) il sito fu densamente popolato. Le capanne a pianta ovale della prima età del Ferro furono sostituite, all’inizio del VII secolo a.C., da case rettangolari in canne e argilla e tetti in paglia (675-625 a.C.). Dal VI secolo a.C. in poi le abitazioni furono costruite in tufo locale con tetti di tegole di terracotta. Intorno al 550-530 a.C. un terremoto danneggiò la zona: è a questo punto che la città fu ricostruita però in scala ridotta.

 

 

PER APPROFONDIRE

Visita la sezione dedicata a San Giovenale all’interno del Museo Archeologico Rocca Albornoz di Viterbo.

 

Foto Francesca Pontani

Nel prossimo articolo, il 25 giugno, andremo a Norchia

*Francesca Pontani – www.francescapontani.it – Archeologa del comitato scientifico del Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano Romano. Egittologa, conoscitrice di lingue antiche come i geroglifici, la lingua sumerica e accadica, la lingua etrusca, lavora nel mondo del web. Nel blog e sul canale YouTube ArcheoTime sono visibili le sue camminate archeologiche on the road. Innamorata della comunicazione e della scrittura, guida i lettori di TusciaUP nella conoscenza del nostro territorio attraverso Tour di Archeologia in Tuscia.

 

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