Di giorno, tailleur e scarpe in vernice. Di notte una seconda vita segreta, misteriosa, che si consuma nei luoghi più nascosti dell’anima. Non stiamo parlando di un supereroe Marvel, ma di Roberta Mezzabarba, funzionario della Provincia di Viterbo, mamma, moglie e…Scrittrice!
Originaria di Farnese, si diploma geometra e cova, nel profondo, una grande passione per la letteratura. A un mese dall’uscita del suo secondo romanzo, Legàmi, edito La Caravella, Roberta spiega come si conciliano queste due anime e svela i retroscena delle vicende editoriali e della costruzione dei suoi romanzi.
Burocrate e scrittrice…Sembrano due anime apparentemente inconciliabili. Come riesce a farle convivere?
Non mischiando le cose. Io sono l’una e l’altra. Sul lavoro serissima e quadrata, nella scrittura creativa e sentimentale. Sono due anime distinte.
Ha esordito nel 2017 con “La lunga ombra di un sogno”, una storia editoriale particolare…
Ho scritto il romanzo a 20 anni. Presa dalla foga e dall’entusiasmo, l’ho inviato in giro e non ho ricevuto mai risposta. L’ho accantonato. È rimasto nel cassetto a prendere polvere. Finché decido di riprovare. Lo mando a La Caravella Editrice e succede: il sogno che era stato tanto a lungo nell’ombra, ora si illumina: mi pubblicano. La storia è ambientata negli anni ’70, tra il lago di Bolsena e Aci Castello in Sicilia.
Un luogo, la Sicilia, che l’ha onorata anche della menzione d’onore nel Premio Il Convivio. Lo definirebbe una seconda Patria?
Assolutamente. C’è un legame tra me e la Sicilia che definirei “ancestrale”. Ho descritto Aci Castello nel romanzo senza averlo mai visto. Quando mi hanno invitato a presentare il libro in tanti mi hanno detto che si sono riconosciuti nei luoghi e si sono complimentati per averne catturato l’anima. Certi legami sono inspiegabili ma profondissimi.
Il suo secondo romanzo, “Legàmi” mantiene lo stile ricercato del primo, ma cambia genere. Perché questo cambiamento?
Hanno usato tanti termini per descrivere “Legàmi”. Thriller, noir, mistery. Io direi che la parola giusta, in italiano, sia semplicemente storia. È una storia con colpi di scena e un’ambientazione cupa e misteriosa, ma il fulcro rimangono le emozioni dei personaggi. Il prossimo romanzo in cantiere, sul quale non voglio sbottonarmi troppo, sarà un’ulteriore passo avanti e una novità.
Quali sono le forme espressive tra cui si muove e che preferisce?
Oltre i due romanzi, tengo una rubrica su Aci Castello informa intitolata “Un mare di parole”. Lì, ogni sabato, esce un mio pensiero, in forma di aforisma, racconto breve, poesia. Ho ricevuto una menzione d’onore al Premio letterario internazionale Penna d’autore con un racconto che si intitola “Era mia madre”. Quindi, non c’è una forma che preferisco. La poesia è una goccia, il racconto un bicchiere e il romanzo un mare. Io amo le parole in ogni loro forma. Io sono un motore e i miei lettori la benzina.
Anticipazioni sulle prossime presentazioni dei libri e dove sono disponibili?
Il 23 gennaio al Centro Polivalente Il Sacrario, VT presenterò “La lunga ombra di un sogno”. E poi tra fine gennaio e inizio febbraio presso l’Unione Italiana Ciechi di Viterbo presenterò anche l’audiolibro di “Legàmi”. Ho voluto rendere “Legàmi” fruibile per tutti. I libri si possono acquistare su tutti i canali online (Amazon, Ibs), presso la casa editrice La Caravella e sul sito ufficiale: www.robertamezzabarba.it, dove si possono trovare tutti gli scritti di Roberta, compresi racconti brevi e testi inediti.
Ha avuto un grande successo di pubblico, premi e critica. Chi è il suo fan numero uno?
Nella mia vita, grazie alla letteratura, sono entrate, transitate e rimaste moltissime persone. Il calore del pubblico è qualcosa di indescrivibile. Direi che il fan numero uno, quello che c’è sempre stato, bacchettandomi come un allenatore, facendomi da editor e rimanendo sempre al mio fianco è stato ed è mio marito. Lui è fondamentale per il mio lavoro perché sa essere obiettivo.